Incidente bus a Mestre, primi tre indagati per la strage. Coinvolto il Comune

Avvisi a due dirigenti dell’amministrazione di Venezia e all’ad della società di trasporti

Incidente a Mestre, primi tre indagati per la strage del bus. Coinvolto il Comune
di Gianluca Amadori e Nicola Munaro
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Giovedì 12 Ottobre 2023, 00:33 - Ultimo aggiornamento: 00:44

Primi indagati per il bus “volato” dal cavalcavia Superiore di Marghera, la sera dello scorso 3 ottobre, portando con sé le vite di 20 turisti da ogni parte del mondo, oltre a quella dell’autista, il 40enne trevigiano Alberto Rizzotto. Quindici i feriti, alcuni dei quali ancora in gravi condizioni. La sostituto procuratore di Venezia Laura Cameli, che coordina le indagini, ha iscritto i nomi di tre persone con le ipotesi di omicidio stradale, omicidio colposo plurimo, lesioni personali stradali gravi o gravissime e lesioni personali colpose: si tratta del padovano Massimo Fiorese, 63 anni, amministratore delegato della società La Linea, proprietaria del mezzo precipitato dal cavalcavia mentre trasportava turisti da Venezia verso il campeggio Hu di Marghera; Roberto Di Bussolo, 51 anni, residente a Mestre, dirigente del settore Viabilità terraferma e mobilità del Comune di Venezia e Alberto Cesaro, 47 anni, residente a Martellago (Venezia) responsabile del Servizio manutenzione viabilità terraferma del Comune.

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IL PERCORSO

I tre, assieme ai rispettivi difensori (gli avvocati Massimo Malipiero, Paola Bosio, Barbara De Biasi e Giovanni Coli) sono stati convocati per questa mattina, alle 13, in Procura, assieme alle persone identificate come parti offese. Con loro anche il responsabile civile (il soggetto che potrebbe essere chiamato a rispondere degli ingenti danni provocati), per partecipare all’udienza nel corso della quale saranno disposti gli “accertamenti tecnici utili alla ricostruzione della dinamica dei fatti accaduti in data 3 ottobre 2023, in particolare all’esame della strada e delle barriere presenti sul luogo del sinistro e all’idoneità delle stesse”.
L’iscrizione sul registro degli indagati è un atto dovuto per permettere loro di partecipare alla consulenza tecnica e dunque di difendersi, non un’anticipazione di responsabilità, in questa fase tutta ancora da accertare.

La consulenza sarà disposta ai sensi dell’articolo 360 del codice di procedura penale, ovvero come accertamento tecnico non ripetibile.

La pm Cameli affiderà l’incarico all’ingegner Placido Migliorino, dirigente del ministero delle Infrastrutture, chiamato il “Mastino” per l’accuratezza con cui svolgeva gli accertamenti sulle manutenzioni effettuate dalla concessionaria autostradale in centro Italia: il soprannome gli fu dato da alcuni dipendenti di Autostrade per l’Italia e Spea, ed emerse nel corso dell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi, avvenuto a Genova il 14 agosto del 2018. Dopo la tragedia Migliorino fu nominato responsabile delle verifiche straordinarie sulla sicurezza statica dei viadotti autostradali. 

Le indagini sull’incidente del bus di Mestre sono svolte dalla polizia locale di Venezia che, martedì pomeriggio, ha depositato in Procura una relazione di un centinaio di pagine, comprensiva della documentazione acquisita negli uffici del Comune di Venezia e della società La Linea. Nella settimana di lavoro tra la sede della ditta e gli uffici del Comune, i vigili hanno cercato da una parte tutto ciò che può riguardare la vita del mezzo coinvolto nell’incidente e, negli archivi di Ca’ Farsetti, gli incartamenti relativi al cavalcavia: dallo stato di manutenzione, ai progetti per riammodernarlo e metterlo in sicurezza, fino ai motivi che hanno ritardato i lavori, iniziati il 4 settembre, cioè un mese prima della tragedia.

 

IL QUESITO

L’avviso per il conferimento dell’incarico - datato 10 ottobre 2023 - è stato invece notificato ieri alle varie parti dai carabinieri del Comando provinciale di Venezia. Con molte probabilità la Procura lascerà 90 giorni di tempo all’ingegner Migliorino per ricostruire la dinamica dell’incidente e per accertare le eventuali responsabilità del guardrail (già segnalato alcuni anni fa come fuori norma) nell’uscita di strada del bus, che si è schiantato sulla strada sottostante, ruote all’aria, dopo un volo di una quindicina di metri. Gran parte delle morti e delle ferite dei 35 turisti sono state provocate dal violento urto e dallo schiacciamento con le lamiere del mezzo. Due i passeggeri gravemente ustionati dall’incendio provocato dalle batterie elettriche, che si trovavano sul tetto del bus e sono esplose a seguito dell’impatto con l’asfalto dopo il salto nel vuoto, alle 19.38 e 38 secondi del 3 ottobre.
 

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