Allerta granchio blu. A Castiglione della Pescaia (Grosseto) c'è preoccupazione per la riserva naturale della Diaccia Botrona, perché la presenza (sempre più numerosa) del crostaeo potrebbe alterare gli equilibri degli habitat della riserva. Lo rende noto il sindaco Elena Nappi. «La biodiversità della riserva naturale della Diaccia Botrona corre il rischio di essere fortemente compromessa dalla presenza di questa specie aliena invasiva con alta capacità di resilienza - sottolinea in una nota -, infatti possiamo trovare il granchio blu nelle acque dolci, in quelle salmastre e in quelle salate e la loro capacità adattiva li fa vivere a temperature che vanno dai 3 ai 35 gradi, quindi sono molto 'invadentì, in particolare le femmine che si spostano facilmente per la riproduzione».
La situazione in Veneto
Novità in Veneto sul fronte granchio blu. Da domani partirà il monitoraggio degli esemplari per ottimizzare la pesca delle femmine e intervenire così nella guerra del Delta. «È una tragedia, siamo molto preoccupati - sono state le parole del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, durante la conferenza stampa di questa mattina, 16 agosto, a Palazzo Balbi». «Abbiamo già stanziato 80 mila euro per i primi studi e il governo ha stanziato quasi 3 milioni di euro.
Come è arrivato il granchio blu
«Il granchio blu ha 10 zampe ed è originario delle coste occidentali dell'Atlantico, dal Canada all'Argentina - ha spiegato la biologa Franca Baldessin - È arrivato qui attraverso l'acqua di stiva delle navi, quell'acqua che si raccoglie per equilibrare la nave. Il suo habitat preferito è la zona sabbiosa e fangosa, come la laguna. Il maschio è tutto blu mentre la femmina presenta del rosso sulle chele ed è leggermente più piccola: il periodo dell'accoppiamento è fine estate e una sola femmina può produrre 8 milioni di uova».
Il granchio blu è cannibale
«Queste nasse serviranno per monitorare la diffusione del granchio blu e la distribuzione della popolazione». L'obiettivo è capire in quale zona sono presenti le femmine così da ottimizzare la pesca. «Quando è ancora piccolo i suoi predatori sono altri pesci, uccelli o tartarughe - ha continuato Baldessin - Ma il suo predatore per eccellenza è se stesso, il granchio blu è cannibale». Un intervento necessario perché la situazione sta sfuggendo di mano. «L'anno scorso pescavamo 6 o 7 granchi blu a settimana, ora siamo arrivati a 200 al giorno - ha confermato Omar della cooperativa San Marco di Burano - Nel giro di 4-5 giorni le reti da pesca sono già da sostituire perché le danneggia. Il problema principale è smaltirli, sono troppi».
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