Giovanbattista Cutolo, la mamma incontra Meloni: «Ergastolo per i minori che uccidono»

Daniela Di Maggio, uscendo da Palazzo Chigi, ha detto: «È stata molto disponibile e amorevole»

Giovanbattista Cutolo, la mamma incontra Meloni: «Ho ribadito la necessità dell'ergastolo per i minori»
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Giovedì 7 Settembre 2023, 18:58 - Ultimo aggiornamento: 19:09

Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista Cutolo, ha incontrato il premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi: «Sono molto soddisfatta - ha detto dopo l'incontro -. La presidente del Consiglio è stata molto disponibile, amorevole. Di fronte a un crimine così efferato è consapevole che bisogna fare qualcosa di importante a livello normativo». 

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La madre del musicista 24enne ucciso a Napoli ha spiegato all'Ansa che «è andato benissimo.

Ho riproposto la necessità che sia dato l'ergastolo a chi compie un delitto del genere, anche se ha 17 anni. E le mie parole sono state ascoltate con attenzione».

«Chi commette un crimine così orrendo, chi uccide un giovane non è più una persona, è un demone. Deve provare lo stesso dolore che ha inferto alle sue vittime e ai familiari», ha detto la mamma di Giogiò, spiegando la sua proposta - illustrata alla premier Meloni ed al ministro Piantedosi - di prevedere «l'ergastolo per i minori che uccidono». Un'idea che intende portare avanti. «Ora il prossimo incontro - annuncia - sarà col ministro Nordio e col Csm».

Don Patriciello: «Baby gang? Basta buonismo»

«Basta buonismo. La soglia di imputabilità dei minori? È un tema delicato ma a 17 anni sono già scafati». Lo dice il sacerdote del Parco Verde di Caivano, don Maurizio Patriciello, intervistato dal Corriere del Mezzogiorno on line. Di sicuro, bisogna dire «basta al buonismo, serve il coraggio della verità. Il disagio bisogna conoscerlo per affrontarlo».

«L'omelia dell'arcivescovo Battaglia ai funerali di Giovanbattista Cutolo è stata una lezione per tutti, ineccepibile. Ha toccato tutti i punti. C'erano due ministri, le autorità, ma soprattutto c'era il popolo di Napoli e Daniela, quella mamma coraggiosa, straordinaria, per la forza che sta dimostrando. Partendo dal Vangelo: l'amore è più forte della morte, ha poi, con garbo, educazione ma con fermezza, elencato i mali. Che vanno guardati in faccia. Una delle frasi più forti dedicata ai giovani: restate e fate la rivoluzione. Io ho avuto un brivido. Mi metto nei panni di giovani che sono andati via e io non ho avuto il coraggio di dire restate. Dico ora: ritornate. Ma devono esserci le condizioni perché questo avvenga».

Di fronte alla tragedia di Giovanbattista «Napoli deve fare pace con se stessa. I quartieri "bene" non sono un'altra città rispetto a quelli "male". I quartieri benestanti devono seguire la norma del Vangelo: chi ha avuto di più restituisca. Chiaia deve incontrare Forcella, il Vomero la Sanità. Ci deve essere più osmosi tra pezzi di città che non si parlano. Anche i palazzi devono aprire le porte e dialogare con la piazza. Proprio per capire il malessere, e intercettare il disagio. Se lo avessimo fatto Giogiò sarebbe qui con noi». Un pensiero anche al video del padre del 17enne assassino: «chiede perdono. Però mi chiedo: ma dov'era lui? E la chiesa? La scuola? Le istituzioni?».

Don Patriciello sposa le tesi esposte dall'ex procuratore generale di Napoli, Luigi Riello, che, intervistato oggi dal Corriere, dice basta con il «buonismo deleterio. Ha ragione Riello e lo ringrazio. Buonismo significa stendere un velo pietoso sui problemi, chiudere gli occhi. I problemi si affrontano». Sulla soglia di imputabilità ed un eventuale abbassamento «c'è un dibattito aperto, ma delicato appunto: non servono slogan. Ho sempre pensato che bisognerebbe abbassare la maggiore età dinanzi a reati gravi come per esempio l'omicidio di Giovanbattista: cioé a 17 anni sono uomini scafati. Per il resto sono anche questioni tecniche: sono convinto che servano pene certe, ma la repressione va accompagnata sempre dal sostegno alle famiglie, all'educazione, al lavoro».

Prima la visita di Giorgia Meloni, poi un blitz delle forze dell'ordine, ora un decreto contro il disagio giovanile ribattezzato decreto Caivano. A suo giudizio «è utile, perché in primis significa che il governo ha volto lo sguardo su questa realtà, vediamo come verrà realizzato. Caivano ha subito tanta ingiustizia, per questo oggi devo solo ringraziare Giorgia Meloni. Il resto viene dopo. Da quel che leggo ha accolto molte nostre istanze e ha fatto delle promesse. Io sono lontano dai pessimisti e dai profeti di sventura. Se smarriamo la speranza è finita».

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