Francesca Romeo, guardia medica uccisa in un agguato nel Reggino: aveva appena finito il turno

La donna, 67 anni, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco

Francesca Romeo, guardia medica uccisa in un agguato nel Reggino: aveva 67 anni ed era in auto con il marito
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Sabato 18 Novembre 2023, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 07:54

Un delitto «strano». Nelle parole di un investigatore c'è la sintesi di quello che si presenta come un vero e proprio rompicapo per chi deve risolvere il caso dell'omicidio di una dottoressa di 67 anni, Francesca Romeo, in servizio alla guardia medica di Santa Cristina in Aspromonte, nel Reggino, uccisa stamani in un agguato mentre in auto col marito Antonio Napoli, di 66, rimasto lievemente ferito, tornava a casa alla fine del turno. Un omicidio al momento senza un motivo apparante.

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Il luogo

La donna, prossima alla pensione, la notte scorsa ha svolto il suo turno alla guardia medica.

Insieme a lei il marito, psicologo in servizio al Centro di salute mentale di Palmi. L'uomo, da anni, era solito fare compagnia alla moglie nei suoi turni notturni. Stamani la coppia è salita in auto, una Peugeot 3008 per fare ritorno a casa, a Seminara.

Chi è la vittima

La vittima era originaria di Seminara, dove risiedeva con il marito, originario di Locri, anche lui medico e in servizio nel Csm di Palmi. L'uomo, secondo quanto si è appreso, e rimasto ferito di striscio ad un braccio. I due erano a bordo della loro auto. Sul luogo dell'agguato sono intervenuti anche gli investigatori della squadra mobile di Reggio Calabria che hanno eseguito i primi rilievi e stanno cercando di ricostruire la dinamica del fatto su cui è stata aperta un'inchiesta dalla Procura della Repubblica di Palmi. Gli investigatori stanno cercando di capire il contesto in cui è maturato il delitto. Dalle primissime ipotesi, tutte da verificare, sembrerebbe da escludersi l'ipotesi di una vicenda legata alla criminalità organizzata ma le indagini sono appena all'inizio.

IL MARITO

Gli investigatori della Polizia stanno sentendo Antonio Napoli, il marito della dottoressa. L'uomo è rimasto lievemente ferito di striscio e si trova in ospedale. Da lui gli investigatori sperano di ottenere informazioni utili a risalire all'identità di colui - o coloro - che ha sparato e chiarire i contorni della vicendaL'obiettivo dell'agguato era senza dubbio Francesca Romeo, la dottoressa uccisa mentre rientrava a casa dopo il turno prestato all'ambulatorio di guardia medica, insieme al marito Antonio Napoli. Stando a quanto trapela da ambienti investigativi alla luce dei rilievi svolti, infatti, la distanza da cui è stato sparato il colpo di fucile «non consentiva errori». Il colpo ha forato il parabrezza dal lato passeggero. Un secondo colpo è stato sparato di lato,sempre verso il passeggero. Intanto si è concluso l'interrogatorio del marito. Sull'esito del colloquio i pm mantengono massimo riserbo.

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L'ORDINE DEI MEDICI

«Siamo scioccati dalla notizia. Siamo vicini alla famiglia, ai colleghi, al Presidente dell'Ordine di Reggio Calabria, Pasquale Veneziano». Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, commenta l'omicidio della guardia medica Francesca Romeo, uccisa a colpi da arma da fuoco mentre stava rientrando dopo il turno, accompagnata in auto dal marito. «Siamo fiduciosi nel lavoro delle Forze dell'Ordine - aggiunge Anelli - per chiarire il movente. Resta il fatto che un'altra donna medico è stata uccisa mentre rientrava dal lavoro. Chiediamo tutele, chiediamo sicurezza. Non si può pensare di arginare l'abbandono del Servizio sanitario nazionale, soprattutto in terre martoriate come la Calabria, se non garantiamo condizioni appropriate per l'esercizio della professione». «Siamo costernati e sconvolti - afferma il Presidente dell'Ordine dei Medici di Reggio Calabria, Pasquale Veneziano - per questo omicidio, per il ferimento del collega. Tutto riporta alla memoria altri assassinii che hanno funestato la nostra sanità: Francesca Romeo è la quarta vittima calabrese. Non conosciamo ancora il movente di questo atroce delitto, non sappiamo se sia o meno legato alla Professione. Se così fosse, ancora una volta, non avremmo saputo proteggere una collega nell'esercizio della sua professione. Qualsiasi intervento sulla sanità calabrese è inutile e disperato, se non viene garantita l'incolumità dei medici, la sicurezza sul lavoro». 

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