Donna aggredita e seviziata in ascensore da un uomo mascherato a Pescara: ferita con siringa, alcol e accendino

Donna aggredita e seviziata in ascensore da un uomo mascherato a Pescara: ferita con siringa, alcol e accendino
di Patrizia Pennella e Paolo Vercesi ​
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Mercoledì 28 Luglio 2021, 18:31 - Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 12:24

Uno strattone violento ai capelli, poi due braccia che con forza l’hanno trascinata dentro uno sgabuzzino buio. Mezz’ora di terrore per un’impiegata di banca di Montesilvano, confine nord di Pescara, sequestrata e tormentata crudelmente in uno stanzino del suo palazzo ieri nelle prime ore del mattino. La donna, 51 anni, è uscita dal suo appartamento alle sette e un quarto del mattino, come fa tutti i giorni per andare a lavorare: in casa ha lasciato i familiari che stavano ancora dormendo.

Ha trovato l’ascensore bloccato al piano terra, con le porte tenute aperte da una bottiglietta di plastica: quando si è chinata per raccoglierla è stata afferrata per i capelli da una persona che si è materializzata alle sue spalle e che l’ha trascinata in un ripostiglio, al piano terra dell’edificio.

Il resto della storia sembra tirato fuori di peso da un noir: l’uomo le ha chiuso la bocca con un nastro adesivo nero, impedendole di urlare, ha preso un paio di forbici ed ha iniziato a tagliare ciocche di capelli, una dopo l’altra.

Pescara, impiegata aggredita da un maniaco

Intanto ha iniziato a canticchiare una specie di nenia «giochiamo un po’, giochiamo un po’, sennò, sennò...». A luci sempre spente ha tirato fuori di tasca un accendino che ogni tanto faceva brillare. Poi ha preso una siringa sterile, l’ha tolta dalla confezione sotto gli occhi terrorizzati della signora, che non poteva urlare e che, ha raccontato poi, era letteralmente paralizzata dal terrore. Con l’ago ha iniziato a punzecchiare le braccia della donna, ritmicamente, trenta, quaranta volte. Quando ha smesso ha iniziato a frugare nella borsa che l’impiegata aveva con sé, non ha toccato né il portafogli, né le carte di pagamento: ha preso soltanto una bottiglietta di disinfettante. Ha cosparso le gambe della donna con il liquido alcolico. E’ stato in quel momento che l’aggressore ha sentito un rumore, qualcuno che scendeva le scale con l’ascensore ancora bloccato: è scappato prima che qualcuno potesse vederlo. Era un altro residente del palazzo che ha sentito dei rumori ed ha trovato la donna seduta a terra, terrorizzata, incapace di qualsiasi reazione. Ha chiamato i soccorsi e i Carabinieri. Quando i sanitari del 118 sono arrivati hanno avuto difficoltà ad avvicinarsi alla donna, tanto lei era stravolta, poi pian piano lei ha iniziato a recuperare e si è fatta assistere.


LE INDAGINI
I Carabinieri del Norm di Montesilvano, coordinati dal capitano Donato Agostinelli, hanno raccolto tutte le dichiarazioni della donna: non ha potuto fornire una descrizione precisissima dell’aguzzino, ma ha disegnato i tratti di un cinquantenne, con berretto e mascherina, piuttosto malmesso. Una persona che comunque non conosce. I Carabinieri hanno raccolto le testimonianze delle persone residenti nel condominio e stanno visionando i filmati delle videocamere di sorveglianza presenti in zona per vedere se ci sono tracce del passaggio dell’uomo. Resta da capire se l’impiegata fosse un obiettivo preciso o se si sia semplicemente trovata ad uscire di casa nel momento sbagliato.

Quel che è sicuro è che non si trattava di un rapinatore: gli oggetti in oro che la donna aveva addosso e il denaro in borsa non sono stati toccati. Resta in piedi l’ipotesi di una persona con un disagio mentale. Intanto i Carabinieri hanno sequestrato la siringa e altro materiale utilizzato alla ricerca di altre tracce che possano portare all’aggressore. Dopo essere stata visitata in Pronto soccorso la donna è stata dimessa con una prognosi di ventuno giorni. E’ tornata a casa, con un pesante bagaglio di paura: «Ho pensato che mi avrebbe ucciso, che non sarei uscita viva» ha raccontato ai Carabinieri. Che ora vogliono stringere in ogni modo i tempi delle indagini.
 

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