«Mi hai rubato l'accendino». E tenta di strangolare la nonna di 85 anni: a Perugia nipote violento rischia il processo

Il tribunale penale di Perugia
di Egle Priolo
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Mercoledì 10 Aprile 2024, 06:30

PERUGIA - Botte e insulti. Continui. Anche solo per un accendino perso. Con la casa diventata un inferno per la vittima, dopo anni passati a difendersi anche da spintoni violenti e mani strette intorno al collo. Un incubo che già basterebbe così, ma se i due protagonisti, aggressore e aggredita, sono nipote e nonna la storia si fa ancora più inquietante. Una nonna che oggi ha 85 anni e da almeno sei vive con un violento in casa. Un nipote trentaquattrenne che con lei divide la casa a Gubbio, diventata la sua gabbia, e per cui non sono purtroppo bastate due denunce. Una del 2018, per cui il giovane ha già subito un procedimento penale, e quella per cui è attualmente indagato per maltrattamenti in famiglia.

E ieri, davanti al giudice Margherita Amodeo, si è tenuta l'udienza per il giuramento dello psichiatra che dovrà verificare la capacità di intendere e di volere del nipote. Il gip ha infatti nominato come perito lo specialista Franco Simonucci, che con la formula dell'incidente probatorio dovrà adesso accertare lo stato del 34enne. Già sostenuto da un amministratore di sostegno, l'avvocato Manila Gagliardoni, il giovane vive evidentemente dei disagi, ma che purtroppo ha dimostrato di sfogare sull'anziana nonna, che tra età e acciacchi non riesce più a gestire tutta questa violenza dentro casa. Nonostante il sentimento di affetto nei confronti del nipote, che le ha invece risposto così: «intimidendola per futili motivi, minacciandola, vessandola e aggredendola sia fisicamente che verbalmente, cagionandole uno stato depressivo ansioso e di paura, anche in ragione dell'età avanzata e della vulnerabilità della vittima». Insomma, una disperazione.
Con il nipote che negli ultimi quattro anni l'ha mandata anche in ospedale per le ferite dopo un'aggressione.

Come quando, lo scorso agosto - secondo le accuse della procura - l'ha prima percossa e «successivamente tentava di strangolarla con le mani, facendola cadere a terra e cagionando lesioni personali consistite in “trauma cranico minore, contusione multiple, verosimile lesione del tendine e prognosi di 15 giorni”. Da qui l'accusa di maltrattamenti ma anche di lesioni personali, aggravate «dalla minorata difesa alla luce dell'età della vittima». Esattamente come l'ultima aggressione, avvenuta a gennaio, quando a scatenare la violenza del 34enne è stata una sciocchezza: «Mi hai rubato l'accendino», le ha gridato in mezzo agli insulti. Accusando la nonna di avergli preso i documenti e, appunto, un semplice accendino. Che ha acceso se non altro la fiamma di voglia di serenità della donna, portandola a denunciare il suo stesso nipote.

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