Coronavirus, il comandante Arma torna stasera in Italia: «Uniti ce la faremo»

Coronavirus, il comandante Arma torna stasera in Italia: «Uniti ce la faremo»
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Lunedì 16 Marzo 2020, 17:27 - Ultimo aggiornamento: 19:43

In valigia, ora che è sul volo Alitalia che dal Giappone lo porterà questa sera intorno alle 19 a Fiumicino, porta «un bel carico di emozioni, un mix di emozioni che comprendono diverse fasi dell’emergenza che abbiamo affrontato e anche del periodo di quarantena fatta fermi al porto di Yokohama». Gennaro Arma, il comandante della Diamond Princess torna anche con i 15 membri italiani dell'equipaggio, tutti sono risultati negativi al test per il coronavirus dopo le due settimane di quarantena iniziate con lo sbarco dalla nave da crociera  in Giappone. Per la prima volta il comandante eroe - premiato da Mattarellea come commendatore in riconoscimento al suo comportamento - per la prima volta ha parlato della sua esperienza in un'intervista SkyTg24 prima di imbarcarsi sul volo di rientro a Roma.

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«Quando è stato rilevato il primo caso sulla nave la mia prima reazione è stata pensare alla salute delle persone a bordo, come preservare la loro salute e sicurezza. C’è stato questo rapporto di fiducia nei miei confronti da parte dell’equipaggio e dei passeggeri sin dall’inizio e sono molto riconoscente per questo, ne sarò per sempre grato. Un episodio in particolare ?E'  difficile sceglierlo, ho ricevuto tantissimi attestati di stima e lettere durante i giorni di quarantena a bordo da parte dei passeggeri, centinaia e centinaia di lettere che io stesso leggevo. Cercavo nel mio piccolo di poter aiutare con un’azione o delle parole, rispondendo alle lettere. Col passare dei giorni e i casi positivi, coppie di marito e moglie venivano separate, perché la persona risultata positiva andava a terra in ospedale e il partner rimaneva a bordo. Ci sono state situazioni in cui abbiamo dato una mano affinché anche il partner, soprattutto se molto anziano, che era rimasto solo a bordo, potesse raggiungere il coniuge a terra».

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Com'era la vita a bordo? Colui che è stato ribattezzato "antiSchettino" per il suo coraggioso non abbandonare la nave e anzi essere l'ultimo a mettere piede a terra, ha risposto così: «A bordo della nave c’è sempre stato un ottimo rapporto di collaborazione tra le varie autorità, sono molto soddisfatto del lavoro che è stato svolto a bordo, considerando le condizioni in cui eravamo e la situazione che ci siamo trovati a fronteggiare. Anzi, ci sono stati moltissimi momenti di distensione, soprattutto dopo una lunga giornata ci riunivamo a fare meeting e cercavamo anche di allentare la tensione che c’era. Momenti di tensione e di scontro mai». Quanto alla decisione di svolgere la quarantena sulla nave e non sbarcando immediatamente i passeggeri, Arma ha spiegato che «non avevo alcun potere decisionale, nel momento in cui una nave viene messa sotto quarantena dalle autorità locali bisogna seguire le loro indicazioni. Ero contento nel vedere che le autorità giapponesi mandavano in ospedale qualsiasi caso positivo ci fosse. Era di gran conforto sapere che immediatamente la persona sarebbe stata assistita. Poi si trattava di gestire la situazione a bordo, siamo lì per questo, tutto l’equipaggio, non solo io, ha fatto un lavoro eccezionale ed è stato riconosciuto da tutti i passeggeri».
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«Ho ricevuto un messaggio da Roma e allo stesso tempo anche l’ambasciata me lo ha notificato. Ho ricevuto centinaia e centinaia di messaggi da amici e parenti. Quando la notizia è stata data era notte qui in Giappone, quindi mi sono risvegliato sommerso di messaggi ed email, è stato questo il modo in cui ho ricevuto la notizia» «Mi sono sentito con la mia famiglia in maniera molto regolare - ha continuato Arma - , tutti i giorni, tramite videochiamate. Era importante per me che loro vedessero che stessi bene per davvero. Ho ricevuto grandissimo supporto e sostegno da amici e parenti, è stato fondamentale durante quei giorni lunghi, poter leggere quei messaggi è stato fondamentale»
Quando ha fatto il tampone per valutare un’eventuale positività ha avuto paura? «Paura no - ha risposto durante l'intervista a Sky tg24 - essendo stato per trenta giorni su una nave dove i casi di positività erano numerosi avevo messo in considerazione che sarebbe potuto capitare, l’avrei affrontata in maniera tranquilla come deve essere»
 Nel momento in cui si dovesse ripartire con le crociere? «Io sarò assolutamente a bordo. Ma adesso sono contento ed emozionato di ritornare a casa. Sono consapevole del momento che sta passando il nostro Paese, sicuramente non è un momento facile. Io stesso al rientro resterò a casa. So bene che non è semplice, non è semplice per nessuno, ma sono convinto allo stesso tempo che restando uniti questa situazione vada a migliorare e che tutti insieme ce la possiamo fare. Trovo che nei momenti di difficoltà ed emergenza il popolo italiano sia un popolo meraviglioso, che tira sempre fuori il meglio. Rispettando le regole, le istruzioni che ci sono state date, rimanendo uniti e con spirito di sacrificio sicuramente usciremo fuori da questa situazione»

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