Italia verso la riapertura ma coprifuoco resta, cosa succede nel resto dell'Europa?

Italia verso la riapertura ma coprifuoco resta, cosa succede nel resto dell'Europa?
di Michela Allegri
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Sabato 17 Aprile 2021, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 13:51

Ristoranti aperti a pranzo e anche a cena - ma solo se si ha la possibilità di allestire tavolini fuori -, riprendolo le attività di teatri, cinema e musei all’aperto, mentre al chiuso gli spettacoli saranno consentiti solo più avanti e rispettando rigidi limiti di capienza. Dal 26 aprile cambieranno tante cose, ma un’abitudine imparata in questi mesi di emergenza coronavirus resterà invariata: sarà necessario rientrare a casa entro e non oltre le 22, tranne in caso di esigenze lavorative, necessità e urgenze. Il governo, al termine della cabina di regia sull’emergenza Covid a Palazzo Chigi, dopo più di due ore di confronto tra esperti e ministri, ha deciso di non allentare il coprifuoco. È necessario iniziare a riaprire, ma senza correre troppo: sul bilancio pesano i 428 morti al giorno, ultimo dato registrato. La decisione è quindi quella di riaprire solo all’aperto, nelle zone dove è più basso il rischio di contagio e con la richiesta di rispettare scrupolosamente distanze e precauzioni. La decisione di non revocare il coprifuoco serve per evitare assembramenti serali nelle zone della movida, oppure fuori da locali e ristoranti.

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Ma com’è la situazione negli altri Paesi europei?

Quella della Gran Bretagna è molto diversa: dopo 99 giorni di lockdown, gli inglesi sono tornati a uscire. Le immagini delle persone in fila fuori dai pub dalla mezzanotte del 12 aprile hanno fatto il giro del mondo. Da quel giorno, infatti, sono ripartite le attività non essenziali. Per quanto riguarda le vaccinazioni, quella della Gran Bretagna è stata la seconda campagna più efficiente dopo quella di Israele: il 13 è iniziata la seconda fase delle somministrazioni alla fascia 45-49 anni raggiungendo l’obiettivo annunciato entro la metà di aprile di inoculare una dose a tutti gli over 50 e ai più fragili.

In totale sono state somministrate più di 40 milioni di dosi.

 

La Germania, invece, è ancora in piena emergenza, tanto che il governo ha deciso di incrementare le restrizioni. Il consiglio dei ministri ha approvato una modifica della legge sulla protezione della salute in base alla quale verranno stabilite misure restrittive valide per tutto il territorio nazionale che scatteranno se verranno superati 100 contagi per 100mila abitanti: coprifuoco dalle 21, chiusure di negozi non essenziali, incontri limitati a una persona fuori dal nucleo familiare.

Anche la Francia è alle prese con una nuova durissima ondata: le terapie intensive degli ospedali sono ancora più in difficoltà rispetto all’aprile dello scorso anno. Dall'inizio del mese le restrizioni sono state rese più severe per quattro settimane: gli spostamenti dalle 6 alle 19 sono consentiti solo nel raggio di 10 chilometri dal proprio domicilio, sono chiuse tutte le attività commerciali non essenziali e anche le scuole per tre settimane, dall’asilo al liceo.

In Spagna il premier Pedro Sánchez ha invece ribadito il programma che non prevede il prolungamento dello stato d’allarme approvato a ottobre 2020 e che scadrà il 9 maggio. Una decisione che sta creando scalpore, visto che i contagi sono in aumento. I bar restano aperti fino alle 23 e si può consumare al tavolo. Un paradosso: il Paese è aperto ai turisti (basta il risultato negativo di un tampone effettuato 72 ore prima del viaggio), ma per gli spagnoli c'è il divieto di spostarsi tra le regioni.

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