Esplosione Alessandria, morti 3 vigili del fuoco. «Ipotesi dissidi familiari, non è terrorismo»

Esplosione Alessandria, morti 3 vigili del fuoco. «Ipotesi dissidi familiari, non è terrorismo»
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Martedì 5 Novembre 2019, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 20:57

Una prima esplosione, lieve, e un principio d'incendio, seguita da una seconda, più violenta. Che ha fatto crollare tutto. Sono morti così, Antonio Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo, i tre vigili del fuoco in servizio al Comando provinciale di Alessandria uccisi dalle macerie della cascina ottocentesca al civico 5 di via San Francesco, a Quargnento. Feriti, ma non in pericolo di vita, altri due pompieri e un carabiniere. Un incidente che ha assunto presto i contorni del giallo, per un piccolo apparecchio simile a un timer collegato a due bombole di gas. Per il procuratore Enrico Cieri è stato un atto «voluto e deliberato», ma ha escluso la matrice eversiva.

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Mentre da tutta Italia si moltiplicano i messaggi di cordoglio: «commosso» quello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha espresso «solidale vicinanza» ai vigili del fuoco. «Eroi sempre in prima linea per garantire la nostra incolumità», come li ha definiti il premier Giuseppe Conte. È passata da poco la mezzanotte quando le campagne di Alessandria al confine col Monferrato e con la provincia di Asti vengono svegliate dal primo allarme. Per i vigili del fuoco sembra un intervento di routine. «Non mi ricordo nulla. So solo che mi sono ritrovato a terra», racconta Graziano Luca Trombetta, uno dei vigili del fuoco investiti dalla seconda deflagrazione, avvertita anche a chilometri di distanza, che ha raso al suolo il secondo edificio del cascinale.

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Drammatica la telefonata al 112 di Roberto Borlengo, il carabiniere ferito: «fate in fretta perchè qui è crollato tutto, stiamo morendo...». Poco dopo Antonio «Nino» Candido, 32 anni, e Marco Triches, 37, vengono estratti morti dalle macerie. Per Matteo Gastaldo, invece, i vigili del fuoco sperano «fino all'ultimo», ma anche per lui non c'è nulla da fare. La procura apre subito un fascicolo, al momento contro ignoti, per omicidio plurimo e crollo doloso. «La dinamica va accertata», dice il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, accorsa nel paese, famoso per avere dato i natali al pittore Carlo Carrà, per rendersi conto di persona di quanto accaduto. «Non dobbiamo dire niente, la magistratura sta lavorando», aggiunge dopo essersi recata in ospedale, ad Alessandria e ad Asti, per accertarsi delle condizioni dei feriti. «Ovviamente sono molto provati, per loro è stata un'esperienza terribile - sottolinea - Non pensano a se stessi, ma ai compagni che non ci sono più. Sarà una prova molto difficile da superare».

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La grande casa, un tempo tinteggiata di giallo, non c'è più. I suoi resti diventano meta di pellegrinaggio dei cittadini della zona, e non solo, mentre i vicini ricordano la loro notte da incubo. «Sembrava il terremoto, ho avuto paura», dice Pasquale, 66 anni. «Un colpo così non l'avevo mica mai sentito, mi ha fatto male al cuore», afferma in lacrime Giuseppe, mentre si rincorrono le illazioni su quello che potrebbe esserci dietro l'esplosione fatale. Il proprietario Giovanni Vincenti è stato ascoltato fino a pomeriggio inoltrato dai carabinieri del Comando provinciale di Alessandria, agli ordini del colonnello Michele Angelo Lorusso, che indagano coordinati dalla procura.

Per il procuratore Cieri l'uomo allo stato è la «parte offesa» della vicenda. «Dobbiamo capire chi e perché abbia voluto danneggiarlo in questo modo», osserva il magistrato, relegando a «indiscrezioni» le voci su presunte difficoltà economiche e sui dissidi col figlio Stefano. «Non mi sono fatto nessuna idea», taglia corto l'anziano padre del proprietario. «So solo che mio figlio, e pure mio nipote, andavano a cavallo - racconta - La casa era stata comprata, e ristrutturata, qualche anno fa. C'erano due scuderie, poi circa due anni fa hanno lasciato tutto e si sono trasferiti». La casa è finita pure in vendita, alla cifra di 750 mila euro, ma acquirenti non se ne sono visti. «Mi spiace per i ragazzi morti. Non si deve morire lavorando», conclude il papà di Giovanni Vincenti, mentre arrivano gli omaggi floreali della gente comune davanti al Comando provinciale dei vigili del fuoco di Alessandria, dove sarà allestita la camera ardente. Nel giorno dei funerali sarà lutto cittadino a Quargnento e ad Alessandria, ma anche nelle cittadine che hanno dato i natali alle tre vittime.

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