Passeggiata dopo la cena al ristorante, i “cari amici” la spingono contro un muro e la violentano

Passeggiata dopo la cena al ristorante, i “cari amici” la spingono contro un muro e la violentano
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Domenica 8 Dicembre 2019, 10:44
Rischiano entrambi il processo con l'accusa di violenza anche se uno dei due ha sempre respinto le accuse, sin dalla fase delle indagini. Il pm di Chieti ha chiesto il rinvio a giudizio per un uomo di 46 anni e per un 44enne originario di Napoli ma residente in città. La vittima è una donna di 43 anni, pure di Chieti per la quale, secondo quanto ha ricostruito l'accusa, quella che era nata per essere una serata in compagnia, con cena in un locale, in compagnia di un amico e di un amico di quest'ultimo, al momento di rincasare si è trasformata in un incubo.

Il fatto si sarebbe verificato lungo una stradina nella zona di piazza Matteotti: la donna viene spintonata contro un muro mentre i due l'accompagnano verso casa e abusata. In sostanza i due la bloccano, le abbassano i leggins e le mutandine, quindi la palpeggiano con violenza nelle parti intime, facendole male. Lasciandola poi in lacrime, in un vicoletto, dopo averle detto che in fondo non era successo niente. Tutto accade intorno alle 2 di notte al termine di una serata nella quale i tre protagonisti di questa vicenda, come emerge dai verbali di indagine, hanno consumato una discreta quantità di birra.

I due uomini, stando a quanto emerge dal racconto della vittima oltre che da ciò che viene successivamente riscontrato dagli inquirenti, avrebbero costretto la donna a subire i palpeggiamenti dopo averla immobilizzata di fatto con il peso dei loro corpi. La vittima nella denuncia presentata alla Squadra Mobile, ha ripercorso i momenti di quella sera, dall'invito ricevuto dall'amico per andare a mangiare insieme, fino all'aggressione da parte di una persona di cui riteneva di potersi fidare. E' infatti l'amico che, mentre procedono a piedi verso casa della donna, dopo averle cinto le spalle, le si avvicina come per baciarla. Lei reagisce e gli dice “che c...stai facendo» ma lui la spinge contro il muro di un' abitazione e lì si consuma l'abuso. 
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