LEGGI ANCHE Turista morto, il 118: «Italia in ritardo, con la geolocalizzazione poteva essere salvato»
A salvarla, sono state la sua prontezza di chiamare il 118 e la fortuna di trovare all’altro capo Luca Cardillo. Lui è stato sempre al telefono con lei e, soprattutto, ha avuto l’idea - per rintracciata - di farsi mandare la sua posizione via WhatsApp, così da poter indirizzare la Guardia Costiera nel punto giusto e di fare uno dei più complessi salvataggi che l’Isola Verde ricordi.
A tre giorni dall’incidente, Federica dice «di essere tornata da poco in sé». «Mi sembrava che un’altra persona avesse vissuto la mia disavventura. Mi ha salvato lo yoga. Ringrazio Dio che faccio yoga e so controllare il respiro. Ringrazio Dio che mia figlia, quindici giorni fa, mi ha insegnato a inviare la mia posizione via WhatsApp. E ringrazio Luca, che non smetteva mai di ripetermi al telefono: “Resisti che ti trovo”». La donna giovedì mattina, si era svegliata presto e aveva voglia di starsene da sola.
«Avevo ritagliato dal giornalino di Ischia la mappa con le spiagge più selvagge come quella dietro il bosco di Zaro. Non sono una sprovveduta, conosco l’isola, ho viaggiato. Poi, quando sono arrivata sulla scogliera, devo avere avuto un colpo di sole, mi si è bloccato il respiro, cercavo inutilmente l’ombra. Avevo voglia di tuffarmi, ma sapevo che non sarei mai riemersa».
Invece ha avuto la forza di chiamare il 118. Dove ha trovato, come operatore, Luca Cardillo. «Aveva totalmente perso la bussola, era terrorizzata, non riusciva a spiegarmi dov’era. Noi non abbiamo un sistema di cartografia per localizzare le telefonate. Ho iniziato a rassicurarla e intanto le ho inviato un messaggio dal mio telefonino per farmi mandare la sua posizione». Una volta rintracciata la donna, è intervenuta la Capitaneria dell’isola guidata dal Comandante Andrea Meloni. Con un’operazione lampo, sono partiti dal porto una motovedetta che partecipa alle operazioni Sar e un gommone. In dieci minuti erano a Forio.
Racconta il luogotenente Alessandro Mele: «La signora era su un costone difficile da raggiungere da terra quanto da mare. Ho fermato la barca su un punto scosceso, dove il sottocapo Antonio di Vozzo si è arrampicato per raggiungere la donna. Sentivo che le gridava: “Stia tranquilla, c’è già un’ambulanza al porto che l’aspetta”». Intanto il sottocapo di Vozzo le bagnava la fronte, le teneva la mano e la prendeva in braccio «per farla salire in barca. Andavo avanti io, perché temevo cadesse. Io sono di Itri, mi piace camminare in montagna con i miei figli, mai come in quel momento mi è stata utile questa esperienza».
© RIPRODUZIONE RISERVATA