Tra queste i cancelli appuntiti del castello, che si aprono e chiudono in continuazione, e che non potranno scendere dall'alto e saranno sistemati su carrelli. Il capolavoro di Verdi, di cui esistono diverse versioni curate dallo stesso autore, viene proposto all'Arena senza le danze del terzo atto e con il monologo di Macbeth morente.
Ispirata all'omonima tragedia scespiriana, l'opera viene descritta da Dante «come uno spettacolo pieno di fantasmi, dubbi e sospetti, resi sulla scena in maniera abbastanza fisica», ed è infarcita fin dalla sua origine di riferimenti simbolici, rituali, magici e ancestrali che ne hanno reso di volta in volta la rappresentazione registica diversa.
Quella di Dante è connotata sia dalla sua attenzione all'essenza del femminile, sia dalla sua origine siciliana. Infatti nell'allestimento maceratese, come in quello palermitano, la foresta di Birnam viene raffigurata da una distesa di fichi d'India «per trovare con lo scenografo Carmine Maringola, non una cartolina ma un bosco che comunicasse l'idea di pericolo con queste piante piene di spine che feriscono».
Ma nella messinscena ci sono anche altri elementi sacri e rituali della tradizione meridionale, come nella rappresentazione nel finale del primo atto del corpo di Duncano deposto e lavato equiparandolo a Cristo, perché si tratta di un re innocente degradato a vittima sacrificale, o nella carcassa del cavallo montato da Macbeth nel primo quadro, mutuata dall'affresco di Palazzo Abatellis di Palermo “Trionfo della morte”.
Macbeth sarà interpretato da Roberto Frontali, Alex Esposito sarà Banco e Saioa Hernandez Lady Macbeth.
Fiammetta Tofoni è la Dama di Lady Macbeth, Giovanni Sala, Macduff, e Rodrigo Ortiz, Malcolm. Sul podio dell'Orchestra filarmonica marchigiana Francesco Ivan Ciampa. Regista collaboratore Giuseppe Cutino, Coro lirico marchigiano Vincenzo Bellini, composto per l'occasione da 76 elementi. Costumi di Vanessa Sannino, coreografia Manuela Lo Sicco.
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