Africani esclusi da maratona a Trieste, arriva la marcia indietro: saranno invitati

A Trieste maratona vietata agli atleti africani. L'organizzatore: «Basta sfruttamento». Il Pd: «È razzismo»
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Sabato 27 Aprile 2019, 12:25 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 12:21

Trieste, africani esclusi da maratona: marcia indietro, saranno invitati. Giorgetti: «Apro indagine». Di Maio: «Follia». «Dopo avere lanciato una provocazione che ha colto nel segno, richiamando grande attenzione su un tema etico fondamentale, contrariamente a quanto comunicato ieri, inviteremo anche atleti africani. Lo ha annunciato in una nota il patron del Trieste Running Festival, Fabio Carini. Il caso, infatti, era scoppiatro ieri, con gli atleti africani non ingaggiati per la mezza maratona di Trieste ed è scoppiata la polemica sulla scelta dell'organizzazione che promuove la Trieste Running Festival di non ingaggiare atleti africani per la gara podistica. «Basta mercimoni. Quest'anno abbiamo deciso di prendere soltanto atleti europei per dare uno stop affinché vengano presi dei provvedimenti che regolamentino quello che è attualmente un mercimonio di atleti africani di altissimo valore, che vengono semplicemente sfruttati e questa è una cosa che non possiamo più accettare», ha spiegato il presidente della Apd Miramar, Fabio Carini, l'organizzazione che promuove la manifestazione podistica che si terrà a Trieste dal 3 al 5 maggio prossimo.

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IL VICEPREMIER DI MAIO
«È giusto combattere lo sfruttamento dei corridori africani, il professionismo è professionismo sempre e come tale deve essere retribuito, ma non è così che si fa, non è escludendoli da una gara che si combatte il problema. Anzi, così il problema si aggrava e la vicenda in sè per come sta emergendo rasenta la follia», ha aggiunto il vicepremier Luigi Di Maio.

GIORGETTI
«Sbagliato escludere gli atleti africani - ha detto Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza con delega allo sport -. Non è così che si risolvono i problemi. Ma attenzione perché il malessere esploso a Trieste nasconde l'ennesimo sfruttamento, quelli che chiamo gli scafisti dello sport. Aprirò subito un'indagine interna per quanto riguarda le mie competenze. Ascolterò tutte le parti in causa per fare chiarezza».


LA GIUSTIFICAZIONE
Secondo Carini, «troppi organizzatori subiscono le pressioni di manager poco seri che sfruttano questi atleti e li propongono a costi bassissimi e questo va a scapito della loro dignità, perché molto spesso non intascano niente e non vengono trattati con la giusta dignità di atleti e di esseri umani, ma anche a discapito di atleti italiani ed europei che chiaramente rispetto al costo della vita non possono essere ingaggiati perché hanno costi di mercato». «Mi spiace se qualcuno se l'è presa - commenta ancora Carini - hanno preso una cantonata mostruosa. La gara non è vietata agli africani, possono iscriversi tutti. Ora è il momento che da questa Trieste, città multiculturale, si dica basta allo sport che non è etico». «Il nostro obiettivo - ha poi concluso - è che questo non rimanga un fatto isolato ma che si cambi le regole».

LE REAZIONI
Una scelta che ha scatenato il putiferio. «Dopo l'apartheid giudiziaria introdotta dall'allora ministro Minniti, un grado di giudizio in meno per i richiedenti asilo, e dopo l'apartheid sulla cittadinanza introdotta da Salvini, i nuovi italiani saranno revocabili, arriva l'apartheid sportiva del Trieste Run Festival dal quale sarebbero stati esclusi gli atleti africani», afferma in una nota Fatou Boro Lo, candidata per Europa Verde alle Europee nella circoscrizione Nord Est, commentando le notizie di stampa riguardo alla manifestazione sportiva triestina. «Come candidata al Parlamento europeo nel Nord-Est e cittadina italiana di origine straniera - aggiunge Fatou Boro Lo - denuncio con forza questa gravissima discriminazione e mi mobiliterò per contrastarla con ogni mezzo consentito dallo stato di diritto. Chiedo agli organizzatori prima e poi alle istituzioni nazionali, regionali e locali di prendere subito una posizione netta e riportare questa meravigliosa manifestazione alla bellezza dello sport che è socialità, incontro di culture, promozione dei valori di fratellanza universale».

«Senza vergogna. Se non lo avessi letto stamani sui giornali del Friuli Venezia Giulia, stenterei a crederci. Ad una maratona a Trieste non verranno ingaggiati atleti di origine africana: succede non nel Mississippi degli anni '50 bensì nel 2019 in una città capitale della cultura mitteleuropea, Trieste», accusa in una nota, Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana. Gli fa eco il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro: «La decisione di escludere gli atleti di colore dalla maratona della Trieste Run Festival è una macchia per l'Italia nel mondo. Il Governo intervenga subito per bloccare questa autentica vergogna internazionale. Lo sport è sempre stato uno strumento di incontro tra atleti di tutto il mondo, un momento di integrazione e di uguaglianza e deve continuare a svolgere questo fondamentale ruolo sociale».

E c'è già chi chiede il ritiro degli sponsor e dei partner istituzionali. «Vietare la partecipazione alla maratona di Trieste agli atleti africani va contro la Costituzione - attacca il senatore del Pd, Davide Faraone -, è un atto palesemente razzista ed è per questo che i partner istituzionali, quali il Coni e la Fidal, e Generali che è Main sponsor, dovrebbero immediatamente prendere le distanze dagli organizzatori e annullare la sponsorizzazione di questa scandalosa manifestazione che umilia lo sport nei suoi valori più alti».

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