La processione, che si ripete dal XVII secolo, è conosciuta come la traslazione. Durante il rito la statua viene prima tirata su da corde, poi viene trasportata su un carro senza ruote. I fedeli si accalcano e salgono l’uno sulle spalle dell’altro pur di toccarla, sfiorarla o vederla da vicino. L'entusiasmo ha preso forma in serpentone umano lungo sei chilometri. La Croce Rossa filippina ha dovuto soccorrere più di un centinaio di persone colpite da vertigini o recanti ferite ai piedi, anche se fortunatamente non si sono verificati incidenti gravi.
La statua del Nazareno Nero è arrivata nelle Filippine il 31 maggio del 1606, quando i primi missionari agostiniani misero piede a Manila. Costruita in Messico, rappresenta il Salvatore inginocchiato sotto il peso della croce. La fama di essere miracolosa deriva dall’incendio che distrusse la nave dei missionari, lasciando la statua intatta. Il cardinale Luis Antonio Tagle sostiene che «la devozione al Nazareno Nero è l'amore per Gesù e non è fanatismo. Un vero devoto ama: l'essenza della devozione è l'amore. Il fanatico si aggrappa solo a qualcosa che dà valore a sè stesso. Il devoto ama Gesù. Il fanatico non ama».
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