Il voto utile è la migliore arma che il Pd ha per fare delle elezioni una sfida a tre e Renzi, intervistato da Fabio Fazio, la sfrutta liquidando la sinistra radicale e prendendo ci mira soprattutto centrodestra e i grillini. «Di Berlusconi - sostiene l'ex premier - sorprende sempre la straordinaria capacità di sembrare un passante, uno che negli ultimi venti anni è passato di qua. Berlusconi viene e racconta i motivi per cui non ha fatto niente di quello che ha promesso, una volta è colpa dei giudici, una dei comunisti...». Ai grillini chiede di fare chiarezza sul programma, che è ancora una nebulosa. Specie sull'euro e il rapporto con la scienza.
Non mancano i racconti del viaggio in treno, come la rivendicazione degli ottanta euro come strumento di giustizia sociale. Mentre la prese di distanza dei «potenti», come definisce Marchionne, Lapo Elkann e De Benedetti, non lo preoccupano: «Penso che sia normale che finché sei il premier le persone importanti siano con te, quando non lo sei no. Magari non è bello ma normale. Io non cambio idea su di loro». Poi ancora su Marchionne che «ha fatto bene alla Fiat, penso che con lui ci sono stati meno disoccupati. Per De Benedetti ci sono aspetti positivi e negativi e io sono appena stato ad Ivrea. Di Lapo Elkann dico ogni bene, gli auguro di star bene. In treno mi è piaciuto essere chiamato Matteo e non presidente».
Sulle possibili alleanze del dopo voto non si esprime «perchè - sostiene - sono convinto non che il Pd possa fare il 40%, ma che il centrosinistra possa prevalere nei collegi».
Su chi avrà l'incarico per formare il governo deciderà Sergio Mattarella, spiega confermando il passo di lato. «L'importante è che il prossimo premier sia del Pd, non Salvini o Di Maio».
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