Walt Disney e l'Italia, un amore speciale

Walt Disney e l'Italia, un amore speciale
di Gloria Satta
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Martedì 4 Febbraio 2014, 17:19 - Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 17:35
Tra Walt Disney e l’Italia esistito un rapporto speciale, fatto di ammirazione, affetto, riconoscenza reciproca. Generazione dopo generazione, il nostro Paese ha sempre adorato le creazioni fantastiche del papà di Topolino che, tra il 1935 e il ’65, non perse occasione per venire nella Penisola. E oggi che l’immaginario disneyano è ancora vivissimo in tutto il mondo, il bellissimo documentario di Marco Spagnoli Walt Disney e l’Italia - una storia d’amore ci aiuta a capire un po’ di più.



Accanto a materiali di repertorio forniti da Rai e Luce, raccontano il loro rapporto con il mondo fantastico di Disney cineasti, musicisti, stilisti, attori, disegnatori, intellettuali: Bennato, Bozzetto, D’Alò, Brizzi, Brignano, Scamarcio, Giallini, Ramazzotti, Fiorucci, Lillo & Greg, Ward, Scarpelli, perfino Umberto Eco e Rodari. Narrato dalla voce di Vincenzo Paperica (al secolo Vincenzo Mollica), prodotto da The Walt Disney Company Italia, il documentario sarà nelle sale di The Space Cinema dal 10 al 12 febbraio per introdurre Saving Mr. Banks, il film (con Hanks e Thompson) sulla lavorazione di Mary Poppins. Poi si vedrà sui canali Sky e Rai.



Guardando Walt Disney e l’Italia sono tante le cose che si apprendono. Topolino fu l’unico fumetto americano non proibito durante il fascismo. Nel 1935 Disney incontrò a Roma Luigi Freddi, direttore generale della Cinematografia voluta da Mussolini.

Nel 1961, il mago americano sbarcò a Torino accolto festosamente dagli operai della Fiat dove si fabbricava la “Topolino”. «Negli Usa», spiega Spagnoli, «consideravano Disney come un tycoon mentre per noi è sempre stato visto come un artista». Una “chicca” è l’intervista rilasciata a Mollica da Fellini: il maestro racconta di quando, vinto l’Oscar per La strada, venne festeggiato da Disney con una banda di suoi personaggi. Non a caso il motto di Walt era «se puoi sognarlo, puoi farlo».
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