Olimpiadi, nel bob tutti pazzi
per la squadra della Giamaica

Olimpiadi, nel bob tutti pazzi per la squadra della Giamaica
di Carlo Santi
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Mercoledì 12 Febbraio 2014, 00:32 - Ultimo aggiornamento: 17:25
Accolti come fossero tanti Bolt. Gli uomini dell’isola della velocit, i giamaicani che a Sochi sono sbarcati per gareggiare nel bob, non saranno bravi come il Fulmine ma sono gi delle stelle. Lo sono perché hanno aperto una strada e l’idea di gareggiare alle Olimpiadi invernali, loro che la neve a casa non l’hanno mai vista e non hanno neppure, per la loro specialità, impianti, hanno suscitato curiosità. Nel 1988, a Calgary, c’è stata la prima apparizione della Giamaica. Senza una tradizione e senza esperienza, i bobbisti si sono presentati in gara nei Giochi canadesi dopo essersi qualificati e la loro storia è finita in un film, Cool Runnings (Quattro sottozero), che li ha resi celebri ovunque.



L’idea di competere sul ghiaccio pensando che la Giamaica poteva disporre di grandi frenatori, atleti che provengono spesso dall’atletica, è stata di Devos Harris che, dopo aver raccolto gli incitamenti di un uomo d’affari del Paese l’anno precedente, in quel lontano 1988 si è rivolto all’esercito per allestire una squadra. Il team ha suscitato curiosità pur non facendo bene in pista: si è cappottato. È andata un poco meglio nel ’92 ad Albertville quando la Giamaica si è lasciata alle spalle quattro squadre mentre due anni dopo, a Lillehammer, ha chiuso al 14esimo posto (e decimo con il bob a due).



IL RITORNO DOPO 12 ANNI

Adesso il bob giamaicano, dopo cinque presenze di fila, dal 1988 al 2002 (dove c’erano anche le donne), torna sul ghiaccio olimpico. Artefice della storia è il pilota Wiston Watts, 46 anni, entusiasta per l’avventura che lo ha visto al centro della storia. Ha chiamato Marvin Dixon, un ex velocista, a fare il frenatore ma ha, soprattutto, raccolto i soldi per qualificarsi. Si dice abbia speso di tasca propria 164 mila dollari. «Per noi è importante esserci - ha spiegato - e dopo aver dominato i Giochi estivi vogliamo farlo sulla neve». Per la trasferta in Russia, Watts ha raccolto on line altri 80 mila dollari, i soldi necessari per l’avventura olimpica. Il viaggio della nazionale giamaicana verso Sochi è stato però complicato. Dopo essere stati incerti fino all’ultimo per via dei soldi che non avevano e di sponsor che non si trovavano, sono partiti. Brutto tempo e il loro volo da Kingston è finito a Filadelfia. Ripartiti verso la Russia, hanno smarrito i bagagli e le attrezzature che sono arrivate a Sochi in ritardo. «Adesso ci siamo», ha affermato Watts ieri in aeroporto atteso dalle televisioni.



Quella del bob non vuole essere un’avventura o un viaggio di piacere per dire io c’ero; gli atleti giamaicani sono degli agonisti e uno di loro, Lascelles Brown, pur gareggiando con un altro Paese, il Canada, ha vinto due medaglie, l’argento a Torino 2006 e il bronzo a Vancouver 2010.

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