Boxe, sul ring comandano le donne: cinque azzurre a Parigi. Irma Testa: «Vinciamo più degli uomini»

Sono Giordana Sorrentino (50 kg), Sirine Charaabi (54), Irma Testa (57), Alessia Mesiano (60) e Angela Carini (66)

Boxe, sul ring comandano le donne: cinque azzurre a Parigi. Irma Testa: «Vinciamo più degli uomini»
di Sergio Arcobelli
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Lunedì 15 Aprile 2024, 07:15

Altro che sport da uomini, nella boxe italiana comandano le donne. Lo certifica il dato delle pugili con il biglietto per l’Olimpiade di Parigi dopo il torneo di qualificazione a Busto Arsizio: ben cinque. Sono Giordana Sorrentino (50 kg), Sirine Charaabi (54), Irma Testa (57), Alessia Mesiano (60) e Angela Carini (66), mentre gli uomini sono fermi a tre pass con Salvatore Cavallaro (80), Aziz Abbes Mouhiidine (92) e Diego Lenzi (+92). È l’ottovolante del pugilato tricolore, che fa segnare il record di qualificati da Monaco ’72, può aumentare la sua pattuglia a Bangkok fra maggio e giugno, ma è già più colorata di rosa nei numeri. «Siamo tante e vinciamo più degli uomini. La gratificazione è convincere le madri a portare le figlie in palestra», ha detto Irma Testa, pioniera del movimento (e del momento felice) delle donne, anche se non è una questione di “maschi contro femmine”. Anzi, l’unione fa la forza e queste cinque pugili, bisogna dirlo, ne hanno da vendere: stanno facendo ricredere, a suon di ganci e montanti, coloro che considerano la boxe, disciplina fra le più antiche e prettamente coniugato al maschile. Piano piano, invece, il pugilato, che dal 2012 a Londra ha fatto debuttare le donne, sta uscendo dai cliché che ancora circondano l’ambiente. Tanto è vero che le palestre sono sempre più piene grazie all’effetto-Testa e compagne, che in Nazionale ad Assisi - sostenute della Federazione - vivono quasi in simbiosi tra duri allenamenti e solidarietà tutta al femminile, nella quale non esistono rivalità, ma solo la voglia di diventare più brave e competitive in un confronto fatto di tenacia, sacrifici e ambizione. Indossando i guantoni, Irma è diventata emblema di una storia di riscatto di una realtà difficile e complicata come Torre Annunziata. Danzando sul ring, la Farfalla ha abbattuto i pregiudizi: prima donna italiana a qualificarsi a un’Olimpiade, a Rio 2016; prima medagliata olimpica azzurra col bronzo di Tokyo 2021; campionessa mondiale 2023 nonché coraggiosa a svelare il coming out: «Non voglio nascondermi, l’omosessualità non è un’imperfezione».

OLTRE TOKYO

In Giappone, l’Italia aveva già schierato 4 donne (Sorrentino, Carini, Rebecca Nicoli e la stessa Irma), nell’edizione in cui non aveva per la prima volta qualificato alcun uomo.

Anche Angela Carini viene dal sud. Tre anni fa visse la trasferta olimpica con la tristezza nel cuore per la morte del padre-poliziotto Peppe, ridotto su una sedia a rotelle perché ferito mentre era in servizio. Prima della sua scomparsa, Angela era stata spinta a partire proprio dal padre, al quale aveva fatto una promessa: quella di vincere una medaglia olimpica. Adesso Tiger, questo il suo soprannome dato proprio dal babbo «perché diceva che quando combatto ho gli occhi della tigre», potrà riprovarci a Parigi. «Quando affronti l’ultimo chilometro, i campioni sanno pedalare più forte: me lo ripeteva mio padre, che mi guida da lassù», ha detto tra le lacrime.

A Parigi sarà la prima volta per Alessia Mesiano, che ha ripagato la scelta del direttore tecnico Emanuele Renzini di farla combattere sul ring di Busto preferendola alla Nicoli. La pugile di Latina, già oro mondiale nel 2016 e bronzo nel 2022, coronerà il sogno olimpico a 32 anni. Meglio tardi che mai, lei che ha scoperto il pugilato soltanto a 19 anni, età in cui la Testa aveva già disputato una rassegna a cinque cerchi, entrando per caso nella palestra aperta da un suo amico. Praticava l’atletica, ma un infortunio l’ha spinta a continuare con la boxe. Sposata con il judoka azzurro Augusto Meloni, Alessia si è definita «una leonessa con i tacchi. Noi pugili combattiamo come “animali”, ma con il sorriso. Non siamo da meno rispetto agli uomini e abbiamo maggiore audacia». Anche Giordana “Caterpillar” Sorrentino, 23enne romana di Fiumicino, praticava un altro sport, ovvero il pattinaggio artistico a rotelle, e ha optato per il ring dopo un infortunio.

Commovente la storia di Sirine Charaabi, argento mondiale 2023, arrivata in Italia dalla Tunisia con i genitori quando aveva 18 mesi. Nel 2017, la 23enne campana di San Prisco, in provincia di Caserta, ha lanciato una petizione su Change.Org e si è appellata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendo di poter indossare l’azzurro. Nel 2021 ha ottenuto la cittadinanza. «Voglio dire una cosa a tutti gli italiani di seconda generazione: amate l’Italia, perché grazie all’Italia ho realizzato il mio sogno».
Nel suo tricolore ci sarà ancora più ardore.

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