Triplice omicidio in Gallura: padre, madre e figlio strangolati e finiti a sprangate

Triplice omicidio in Gallura: padre, madre e figlio strangolati e finiti a sprangate
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Domenica 18 Maggio 2014, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 09:33
Padre, madre e figlio di 12 anni sono stati uccisi ieri sera in Gallura.





Triplice omicidio. I loro corpi sono stati scoperti da un parente intorno alle 22:45 in un'abitazione di Tempio Pausania, in via S.Rita 5. Le vittime sarebbero state uccise a sprangate, ma ci sarebbero anche indicazioni di uno strangolamento.



Le vittime. Le vittime sono Giovanni Maria Azzena, 50 anni, la moglie Giulia Zanzani, 48 anni, ed il loro figlio Pietro. Sul triplice omicidio indagano i carabinieri di Tempio Pausania, coordinati dal pm della stessa Procura. Tutte le forze dell'ordine stanno attualmente operando sul posto.



l movente. Giovanni Maria Azzena e la moglie erano molto conosciuti a Tempio. Gestivano un'attività commerciale di abbigliamento e calzature per bambini, 'Azzena Baby Trend', in via Villa Marina. L'omicidio potrebbe quindi essere riconducibile alla loro attività, ma non solo: l'uomo nel 2008 era stato arrestato in un'operazione della Guardia di finanza denominata 'Lotta allo strozzinò e legata all'usura e alle estorsioni. Con lui erano finite in cella altre due persone. I tre avrebbero prestato denaro in cambio di assegni postdatati, ma la cifra richiesta era molto più alta rispetto al denaro prestato: con tassi di usura variabili tra il 50 e il 200%.



Le indagini. Lavoro incessante per gli investigatori che da ieri notte si occupano dell'efferato triplice omicidio di Tempio Pausania. Tra le piste più battute dagli inquirenti quella dell'usura. Il capofamiglia ucciso, infatti, Giovanni Maria Azzena, venne arrestato negli anni scorsi insieme ad un ex assicuratore ed ad un imprenditore edile di origini campane per un vorticoso giro di strozzinaggio e altri reati finanziari. Per Azzena, Osvaldo Premuselli e il napoletano Pietro Dati, la procura aveva chiesto il rinvio a giudizio a conclusione di un'inchiesta su un giro di prestiti a tassi usurai che variavano dal 50 al 200%. Un gruppo ben organizzato, finito in carcere nel 2008, in seguito all'indagine di polizia e guardia di finanza, indagine scattata dopo le denunce di alcune vittime finite nelle maglie degli strozzini.

Quella dell'usura tuttavia non è l'unica pista investigativa battuta per fare luce sulla strage familiare, ma al momento gli inquirenti non si sbilanciano. Dalle poche indiscrezioni che trapelano, sembra che qualcuno ieri sera abbia cercato di modificare la scena del delitto: troppo poco il sangue trovato intorno ai tre cadaveri, come se una mano misteriosa avesse cercato di eliminare le tracce del massacro. Non è ancora sicura nel frattempo la causa della morte: se i coniugi Azzena e il figlio Pietro siano morti soffocati a causa del filo elettrico trovato intorno al collo o per i colpi inferti alla testa da un oggetto contundente, probabilmente una spranga. Sarà l'autopsia a fare chiarezza, esame in programma tra oggi e domani.



Sono stati trasferiti a Sassari per l'autopsia, attesa per domani, i corpi della famiglia Azzena. L'esame autoptico dovrà chiarire la causa esatta del decesso. Secondo le prime informazioni, i coniugi avrebbero profonde ferite al capo inferte con un corpo contundente, probabilmente una spranga, mentre il ragazzino ne sarebbe completamente privo. Su di lui invece, così come sui genitori, sono stati trovati segni di strangolamento dovuti ai fili di corrente elettrica che l'assassino o gli assassini avevano stretto attorno al collo delle tre vittime. Il triplice omicidio risalirebbe al pomeriggio di ieri: la famiglia intera, infatti, era stata vista in città nel corso della mattinata. Mentre il negozio al pian terreno della palazzina dove gli Azzena abitavano, nel pomeriggio, non aveva mai rialzato le saracinesche. Forse alle 16, orario di apertura, marito e moglie e il loro figlio erano già stati massacrati. Al loro arrivo, ieri notte, i carabinieri avrebbero trovato la casa in ordine: il sospetto degli inquirenti è che i responsabili della strage possano aver spostato i cadaveri, ripulendo la scena del delitto dal sangue e da altre eventuali tracce. Nel frattempo, i militari della Compagnia di Tempio e del Comando provinciale di Sassari, coordinati dalla Procura gallurese, avrebbero già acquisito le immagini di alcuni sistemi di video sorveglianza che riprendono via Villa Marina, dove si affaccia il negozio di scarpe della famiglia Azzena, e via Villa Bruna, ingresso dell'abitazione di famiglia. Sul posto stanno completando i rilievi anche gli esperti del Ris.



La ricostruzione dell'omicidio. Doveva andare alla scuola calcio Civitas alle 15.30 Pietro Azzena. Il negozio di calzature della famiglia - al piano terra della stessa palazzina dove si trova l'appartamento delle vittime - doveva aprire alle 16, ma la saracinesca è rimasta abbassata. È su questi due elementi che si stanno concentrando i carabinieri per ricostruire le ultime ore di vita degli Azzena. Il delitto potrebbe essere avvenuto prima delle 15.30. «Qualcuno li ha visti di mattina - racconta la barista che lavora a poca distanza dal negozio - nel pomeriggio l'attività era chiuso». A quanto pare nessuno si è preoccupato perché a volte l'esercizio sabato pomeriggio non apriva. Gli assassini - gli investigatori ipotizzano che possa essersi trattato di almeno due persone - potrebbero essere entrati in azione nella tarda mattinata o nel primo pomeriggio. Sulla porta di casa in via Villa Bruna - il negozio dà invece su via Villa Marina - non sono stati riscontrati segni di scasso. Forse la famiglia Azzena ha aperto la porta a chi poi li ha uccisi, forse li conoscevano, diversamente il commando poteva trovarsi già all'interno dell'appartamento. In casa non sono stati trovati segni di lotta, le stanze erano apparentemente in ordine. È possibile che gli autori del triplice delitto abbiano tenuto in ostaggio la famiglia per qualche ora, forse per chiedere denaro, forse per chiarire una vicenda in sospeso magari legata ai precedenti per usura del padre, poi qualcosa è andato storto. Padre e madre sarebbero stati uccisi con colpi alla testa inferti con un oggetto contundente - forse una spranga - e strangolati con fili elettrici che avevano avevano ancora stretti al collo quando i carabinieri sono entrati in casa. Il bambino, invece, sarebbe stato strangolato: su di lui non è stata riscontrata alcuna ferita. Sarà l'autopsia in programma domani a Sassari a stabilire la causa esatta del decesso. A far scattare l'allarme ieri sera poco prima delle 23, è stata la sorella di Giulia, Antonella Zanzani la quale, dopo aver tentato inutilmente di mettersi in contatto telefonicamente con la famiglia, ha deciso di recarsi in via Villa Bruna. È entrata in casa con una copia delle chiave, scoprendo così i cadaveri nel soggiorno, uno agiato sull'altro.




Il sindaco. «Qualunque causa ci fosse, nulla può giustificare una vendetta simile. Questo delitto così efferato ha creato un solco indelebile nella nostra comunità, una voragine, che spero non ci risucchi». È molto preoccupato Romeo Frediani, il sindaco di Tempio Pausania, che questa mattina ha convocato un Consiglio comunale d'urgenza «per discutere - spiega all'ANSA - dell'episodio di violenza che ha profondamente segnato la comunità». «Tornando indietro nella nostra storia - rievoca il sindaco - nessuno ricorda fatti di una simile atrocità, un gesto che sicuramente non rientra nella nostra cultura e che ora ci fa avere paura. Paura anche per i nostri figli. I bambini sono sempre stati sacri, invece stanotte è stata tolta la vita anche a un innocente. Ora tutti abbiamo paura anche per i nostri bambini. Per questo - auspica Frediani - speriamo in una risoluzione immediata degli omicidi, così da ridare alla nostra comunità un pizzico di serenità». La famiglia Azzena, barbaramente massacrata nella propria abitazione a Tempio, gode di grande stima in città: «Una famiglia di imprenditori da oltre cento anni - sottolinea ancora il sindaco - nel settore delle calzature». Il Consiglio comunale ha deciso di proclamare il lutto cittadino per il giorno dei funerali.
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