Diario americano tra hotel, lodge, b&b made in Usa

Diario americano tra hotel, lodge, b&b made in Usa
di Marco Berchi
7 Minuti di Lettura
Mercoledì 31 Luglio 2013, 17:26 - Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 19:11

Come ho spiegato aprendo la prima puntata, ho recentemente fatto un viaggio di tre settimane negli Usa da cui gi nato un primo reportage sulle pagine del Messaggero. Un viaggio come tanti ma al tempo stesso del tutto particolare, che con un itinerario circolare ha fatto perno su Minneapolis. Ho scelto la metropoli del Minnesota per quattro motivi: è una meta insolita per i turisti; è a mezza via (anche come durata del volo) tra le orientali Boston e New York e le occidentali San Francisco e Los Angeles; è una buona «porta» per la porzione settentrionale delle Montagne Rocciose, per i loro parchi e per le Grandi Pianure del Nord; è servita da un nuovo volo diretto Air France (www.airfrance.it) da Parigi, che offre ottime combinazioni per i viaggiatori provenienti dal nostro Paese anche grazie alle sinergie con Alitalia.

Così, dopo Bloomington, Minneapolis e la gemella Saint Paul sono volato a Las Vegas per una fiera-congresso; di qui a Denver e dalla capitale del Colorado ho risalito parte del Wyoming per poi girare a est nel South Dakota e tornare a Bloomington facendo tappa, di seguito, a Cheyenne, Devil’s Tower, Deadwood, Hill City, nel Custer State Park, a Mitchell e a Sioux Falls.

La seconda parte del viaggio si è svolta ovviamente in auto. Ho usato una berlina Dodge di categoria «compact» noleggiata da Alamo (www.alamo.it) e una nota la merita l’ottimo addetto all’aeroporto di Denver di cui purtroppo ho smarrito il nome. Senza fretta, prodigo di informazioni e consigli sul tipo di auto e di formula di noleggio, pronto a ripetere se non hai capito, sollecito a impostare il gps in italiano.

Sistemando gli appunti di viaggio, mi sono accorto di aver toccato quasi tutte le tipologie di alberghi. Di qui questa carrellata che potrà essere utile sia a chi scenderà negli stessi hotel e lodge sia a chi vuol farsi un’idea degli alberghi negli Usa. Non ho seguito un criterio cronologico nelle due puntate di questa rassegna. Meglio offrire ogni volta un mix di strutture diverse per tipologia e qualità. Non indico i prezzi perché sono sempre estremamente variabili per stagioni, sistemazioni e durate dei soggiorni: sui siti web, sempre molto chiari, potrete facilmente farvi un’idea. E se vorrete commentare o chiedere qualche «dritta», sono a vostra disposizione. Ecco la seconda e ultima puntata.

SHERATON DENVER Un classico dei classici. Con 1231 stanze e 82 suites (dimensioni quasi lasvegasiane) questo Sheraton è esattamente quello che vi aspettate: non modernissimo, efficiente (anche se alla reception pasticciano un po’ con la prenotazione), pullulante di uomini e donne d’affari e con l’immancabile congresso di dentisti in una delle ballrooms sotterranee. L’hotel abbraccia più edifici, il che costringe a una concatenazione di ascensori in cui è facile perdersi ma la stanza è ok e con il classico formato americano (due letti queen size). Mi accorgo ora di aver dimenticato di segnalare un piccolo must di pressochè tutti gli hotel Usa: la macchina per il caffè in camera che può benissimo servire per scaldarvi il vostro tè preferito e portato in valigia. Tornando allo Sheraton, la posizione è davvero invidiabile: quasi a un estremo della magnifica strada pedonale che solca il downtown della «città alta un miglio» e che è percorsa da comodissimi e gratuiti bus ibridi che passano (davvero) ogni 45 secondi.

SHERATON DENVER DOWNTOWN HOTEL

1550 Court Place

Denver CO

www.sheratondenverdowntown.com

DEVIL’S TOWER LODGE Quando siete certi di esservi persi, siete arrivati. Sovrastati e intimiditi dalla spettacolare Devil’s Tower (Wyoming), avete varcato la soglia (pedaggio) dell’omonimo parco nazionale chiedendo al ranger lumi per il lodge. Pare tutto chiaro ma a un certo punto tocca imboccare una sterrata e poi un’altra mentre la Tower si fa più lontana… Superata una griglia per impedire il passaggio del bestiame la berlina sobbalza un po’ troppo ma ecco il rassicurante cartello. La prima impressione è un po’ sgarrupata: il posto appare vissuto anche a causa dei lavori in corso, un paio di cani (innocui) si fanno vivi mentre di umani non c’è l’ombra. Alla fine si affaccia una bionda signora, Christy Sue, e le cose si normalizzano: ecco la stanza con arredi tra l’esotico e il tibetano, il grande bagno fuori dalla camera ma esclusivo, la cucina e i locali comuni con salotto, libreria, sala da pranzo e pianoforte.

Con il procedere della serata e dopo la passeggiata attorno alla Tower le cose si fanno più chiare. Il piccolo lodge sta alla Tower come Camp Four sta a Yosemite: è un punto di riferimento per gli arrampicatori (climber) non solo per la location ma soprattutto per Frank Sanders, mitico proprietario e climber che conosce ogni pollice della Torre.

Il Lodge è dotato anche di palestrina e di spa all’aperto ma la cosa più bella è senza dubbio la vista straordinaria sullo spettacolare monolito che ha affascinato anche il regista Spielberg. Tornando a Frank, potete leggervi la sua bella biografia qui (www.devilstowerlodge.com/about_us/index.html) e farvi un’idea del personaggio. Purtroppo non ho avuto tempo di arrampicare con lui, ho solo potuto sentirlo suonare il pianoforte e fare due chiacchiere durante l’ottima colazione. Così così invece la cena (siamo in un b&b) per la quale Christy fornisce solo elementi basic e molto western come fagioli e salsicce da arrangiare a piacere. La gallery fotografica del sito vi convincerà: posto indimenticabile, vale una deviazione, come scrivevano le vecchie guide.

DEVIL’S TOWER LODGE

Devil’s Tower WY

www.devilstowerlodge.com

STATE GAME LODGE Da un estremo all’altro e spiace dirlo. Anche questo si chiama lodge ma fa parte della categoria di strutture che forse piacciono agli americani in vacanza nei loro (stupendi) parchi ma che non soddisfano noi europei.

Siamo nel bel mezzo del Custer State Park, nelle Black Hills sacre ai Sioux e regno dei bisonti, e l’albergo si pavoneggia per aver ospitato i presidenti Calvin Coolidge e Dwight Eisenhower. Sai che impressione. Colpiscono di più la luce fioca delle lampadine in camera, la quantità di mosche eccessiva anche per un parco e per chi come il sottoscritto non ha solo abitudini cittadine, l’approccio da «albergo per gruppi». Comunque siete qui solo per dormire, quindi si sopravvive e anche se la location specifica non è da urlo, attorno c’è un parco protetto meraviglioso.

STATE GAME LODGE

13389 US Highway 16°

Custer SD

www.custerresorts.com/state-game-lodge/overview

HAMPTON INN, FAIRFIELD INN Ci sono alberghi senza storia che ringraziate siano così. Quando avete sulla schiena qualche centinaio di miglia su una strada assolutamente rettilinea che solca le Grandi Praterie è difficile che abbiate velleità di incocciare in eccitanti sorprese alberghiere. Sognate di mettere la freccia a destra, girare attorno a un centro commerciale, a una pompa di benzina e a un mcdonald, di sporgere la carta di credito a una reception e di buttarvi sotto la doccia di un tranquillo, anonimo, sicuro Inn. Con questi due hotel va esattamente così anche perché non sono certo motelacci qualsiasi: Hampton è un marchio del gruppo Hilton e Fairfield lo è di Marriott. Qualità, pulizia, servizio efficiente, wifi free, piscina. Certo, locations anonime quant’altre mai ma nel centro commerciale adiacente al Fairfield di Sioux Falls ci sono una buona steakhouse e un ottimo Red Lobster (ristorante di pesce) a prezzi molto buoni.

HAMPTON INN MITCHELL

19320 Highland Way

Mitchell SD

http://hamptoninn3.hilton.com/en/hotels/south-dakota/hampton-inn-mitchell-MITSDHX/index.html

FAIRFIELD INN

4501 W. Empire Place

I-29 Exit 77-south of the mall

Sioux Falls, SD

http://www.marriott.com/hotels/travel/fsdsf-fairfield-inn-sioux-falls

RADISSON BLU MALL OF AMERICA Lo dico subito a scanso di equivoci: è uno dei migliori hotel visitati nella mia breve storia di viaggiatore. Ne ho visti di più lussuosi ma il vero lusso è la qualità del servizio. Ne ho visti in luoghi meravigliosi (e un centro commerciale americano non è propriamente il paradiso terrestre) ma l’interno, pur senza fronzoli, ti fa dimenticare l’esterno. Questo Radisson Blu è nuovissimo, si trova a Bloomington, che non si offenderà se la battezziamo sobborgone di Minneapolis / Saint Paul, e soprattutto è collegato direttamente allo spettacolare Mall of America, 500 negozi e prezzi da far piangere, ma di gioia, noi italiani. Il tutto a due passi dall’aeroporto.

Reception e concierge da manuale dell’hotellerie per cortesia ed efficienza. Lascio all’inizio del tour una borsa con i primi acquisti, ne spedisco un’altra da Las Vegas e quando torno qui, 20 giorni dopo, le trovo già in camera con biglietto di bentornato: chi viaggia sa che non capita sempre. Le stanze business dell’ultimo piano consentono accesso diretto a una lounge riservata in cui prendere un caffè o lavorare. Ristorante FireLake Grill House con prezzi non popolari ma di buona qualità e senza stranezze per chi non vuole cenare nei fast food del mall. Applausi.

RADISSON BLU MALL OF AMERICA

2100 Killebrew Drive

Bloomington MN

www.radissonblu.com/hotel-mall-of-america

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