Carte false per i contributi energetici, danno allo Stato da 50 milioni: nuovi guai per Marco Perfili

Carte false per i contributi energetici, danno allo Stato da 50 milioni: nuovi guai per Marco Perfili
di Pierfederico Pernarella
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Giovedì 22 Dicembre 2022, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 07:16

Carte false per ottenere i contributi sul risparmio energetico, dopo l’inchiesta della Procura della repubblica arriva quella della Corte dei Conti che ha disposto il sequestro conservativo di beni per oltre 50 milioni di euro e notificato l’invito a dedurre (l’avviso di garanzia nella magistratura contabile) a cinque imprenditori. Tra loro, anche il ciociaro Marco Perfili, 27 anni, di Castro dei Volsci, ex presidente del settore Ambiente di Federlazio. Le altre persone coinvolte sono tutte del Nord Italia. 

Gli accertamenti della Corte dei Conti rappresentano una prosecuzione dell’indagine giudiziaria, portata a termine nel luglio del 2019, condotta dagli uomini del nucleo polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Frosinone, guidati dal tenente colonnello Diego Morelli.

Le indagini, spiegano le Fiamme Gialle, hanno «consentito di individuare un gruppo di imprenditori che, attraverso una società localizzata nella provincia di Treviso, sarebbe riuscito ad ottenere indebitamente, secondo l’ipotesi investigativa, ingenti contribuzioni erogate dal Gestore Servizi Energetici S.p.A, società interamente partecipata dallo Stato per il tramite del Ministero dell’Economia e delle Finanze».

LE CONTESTAZIONI

Una società pubblica a tutti gli effetti. Per questo, oltre ai presunti illeciti penali, ci sarebbero anche quelli di natura erariale. La presunta truffa, secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza, sarebbe avvenuta attraverso la presentazione dei cosiddetti certificati bianchi ossia titoli, rimborsabili dallo Stato attraverso la società GSE spa, che attestavano la realizzazione di interventi per il risparmio energetico su tutto il territorio nazionale nel periodo compreso tra il 2014 e il 2017. Ma secondo quanto contestato dalle Fiamme Gialle, in base a quanto riferito dalle persone informate sui fatti e ai riscontri documentali, questi interventi non sarebbero stati mai realizzati. 
Gli accertamenti hanno poi consentito di quantificare il presunto danno erariale ed individuare le presunte responsabilità personali.

Il danno alle casse dello Stato, nel complesso, secondo i calcoli della Finanza, ammonta a poco più di 50 milioni di euro. È finora il più cospicuo mai contestato nel settore dei contributi del risparmio energetico. 

COSA È FINITO SOTTO CHIAVE

È stato quindi richiesto e ottenuto il sequestro conservativo, pari allo stesso importo, di beni riconducibili agli imprenditori coinvolti: 40 immobili, quote di partecipazione di 14 società, beni mobili registrati e numerosi conti correnti. Le attività di sequestro, eseguite nelle provincie di Frosinone, Padova, Treviso, Venezia, Livorno, Piacenza e Roma. 

Va precisato che si tratta ancora della fase preliminare. Ricevuti gli inviti a dedurre dalla Corte dei Conti, le persone coinvolte avranno tempo e modo di contestare gli addebiti per dimostrare la regolarità delle attività svolte oppure la loro estraneità a eventuali illeciti. Dopodiché l’ultima parola passerà ai giudici contabili. 
Marco Perfili è difeso dagli avvocati Calogero e Antonino Nobile. Il procedimento penale presso la Procura di Treviso, che riguarda anche il padre di Perfili, non è ancora stato chiuso. I legali dei ciociari, con decisione della Cassazione, avevano ottenuto il dissequestro di gran parte dei beni sequestrati in via cautelare. Ora però è arrivato il provvedimento della Corte dei Conti, anche questo ancora nella fase preliminare.  
 

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