Sospetti brogli elettorali
a Piedimonte, la Procura
apre un'inchiesta

Sospetti brogli elettorali a Piedimonte, la Procura apre un'inchiesta
di Vincenzo Caramadre
3 Minuti di Lettura
Martedì 10 Aprile 2018, 14:41
A Piedimonte San Germano s’indaga sulle elezioni amministrative del 2017. Il procuratore capo Luciano D’Emmanuele, dopo l’esposto presentato dal sindaco Gioaccchino Ferdinandi, ha aperto un’inchiesta e l’ha affidata al sostituto procuratore Roberto Bulgarini Nomi.
Saranno avviati tutti gli accertamenti necessari per valutare il presunto caso di brogli elettorali avvenuti alla tornata amministrativa dello scorso anno, si è alle battute iniziali, si procede contro ignoti e non sono ancora stati eseguiti sequestri.
Il via alle indagini, come noto, era stato dato con un esposto a firma del sindaco Gioacchino Ferdinandi uscito vincitore su Ettore Urbano per soli 32 voti. Un distacco risicato che è stata la premessa per un doppio cordone giudiziario: uno amministrativo, annodato dal capogruppo di minoranza Ettore Urbano e uno alla magistratura ordinataria del sindaco Ferdinandi.

I FATTI
La settimana scorsa, su delega del Consiglio di Stato, alla Prefettura di Frosinone c’è stato il riconteggio delle schede per verificare, come chiesto dal capogruppo di minoranza Urbano, se ci fossero schede con segni di riconoscimento attribuire alla lista “Ora” del giovane avvocato Ferdinandi.
Ben 59 sono le schede che recano segni geometrici: cerchi, quadrati e asterischi, trovate durante il riconteggio di giovedì scorso. Una situazione a dir poco paradossale che ha indotto il sindaco Ferdinandi 24 ore dopo a presentare un dettagliato esposto alla Procura di Cassino. Ferdinandi e la sua squadra sospettano che quei segni siano stati apposti dalla stesa mano per inficiare il voto: al centro delle indagini ci sono le 59 schede della sezione numero 5.

L’ESPOSTO
«I disegni - riporta l’esposto - sono tutti uguali e nessuno presenta le indecisioni riscontrate, invece, nella scrittura del nome sulla scheda. Cerchi, quadratini e asterischi sempre della stessa forma».
Come e dove sarebbero stati aperti i plichi per inquinare il voto? Per questo Ferdinandi - tramite gli avvocati Massimo Di Sotto e Giuseppe Di Mascio - ha chiesto il sequestro delle schede e di tutti i verbali per tracciare i movimenti dei plichi elettorali. Altra stranezza sarebbe legata alla mancata contestazione delle schede riconoscibili - espressi in violazione del principio della segretezza del voto - al momento dello scrutinio.

I DUBBI
«Possibile che nessuno ha contestato quelle schede?», si è chiesto Ferdinandi. Ora la Procura ha aperto un’inchiesta e non è escluso il sequestro delle schede e una consulenza calligrafica - come avvenuto nell’inchiesta sulle elezioni a Cassino - per verificare chi ha posto i segni sulle schede, o meglio per capire se c’è corrispondenza tra i vari segni trovati sulle 59 schede.
Ma tutto ciò non ferma l’iter avviato dal Consiglio di Stato che, nelle delega al riconteggio, ha affidato il compito di relazionare al dottor Ernesto Raio, responsabile enti locali della Prefettura di Frosinone.
Relazione che il dottor Raio, personalmente, ieri mattina ha consegnato alla segreteria della Terza sezione del Consiglio di Stato. A breve sarà fissata l’udienza nella quale i magistrati dovranno decidere se proclamare sindaco Ettore Urbano o rigettare il ricorso e lasciare Ferdinandi alla guida del Comune.
© RIPRODUZIONE RISERVATA