Un’ inchiesta della Procura nata dopo il ricorso al Tar e la relativa impugnazione al Consiglio di Stato, nella quale sono emerse schede segnate con cerchi e quadrati. Una riconoscibilità del voto che Urbano ha contestato dinanzi alla giustizia amministrativa ma che, secondo la Procura, sarebbe stata messa in piedi manomettendo i plichi elettorali e invalidando le schede, 59 per la precisione. Un sistema che - stando sempre alle ipotesi dell’accusa, suffragata dalla confessione del dipendente comunale era una consulenza calligrafica - avrebbe dovuto assicurare il capovolgimento dell’esito elettorale dinanzi al Consiglio di Stato. Ciò alla luce dei pochi voti di scarto tra la lista di Ferdinandi e quale di Urbano (Azione Comune), distaccate da soli 32 voti.
«Il pomeriggio del 12 giugno, o forse il 13, - ha raccontato Spiridigliozzi al Pm - mi feci consegnare le chiavi da una dipendente. Mi introdussi all'interno dell'ufficio del Comune dove si trovavano le schede e qui, dopo aver aperto il plico contenente le schede della sezione numero 5, utilizzando il tappo di una penna bic al fine di rimuovere la colla adesiva che teneva chiuso il plico, ho posto alcuni segni riportanti figure geometriche su alcune schede riportanti la preferenza espressa in favore della lista Piedimonte ora». Ora gli indagati hanno 20 giorni di tempo per essere interrogati o depositare una memoria difensiva.
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