Sora, studente bullizzato dai compagni: foto modificata con scritta omofoba e poi diffusa in chat

Sora, studente bullizzato dai compagni: foto modificata con scritta omofoba e poi diffusa in chat
di Roberta Pugliesi
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Lunedì 15 Febbraio 2021, 07:24 - Ultimo aggiornamento: 10:07

Grave atto di bullismo e omofobia in una scuola di Sora. È quello denunciato dalla Rete degli studenti medi che sarebbe accaduto negli ultimi giorni in un istituto della città. Uno studente - Francesco, nome di fantasia - è stato bersaglio di uno scherzo, se così si può definire, di pessimo gusto e certamente dalle gravi conseguenze. Il ragazzo si era fatto un selfie con un cartello fra le mani in cui campeggiava una scritta in cui denunciava i problemi del sistema scolastico: «La scuola in presenza non è solo un voto». Quello che è accaduto successivamente non poteva certo essere previsto: la foto, infatti, è stata scaricata e modificata con una scritta irriguardosa: «Sono frocio» ed inviata in varie chat allo scopo di deridere il giovane. Quello scatto ha iniziato a circolare tra vari gruppi di classe e di istituto, facendo poi il giro anche di altre scuole superiori della città e del territorio.

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La diffusione sulle chat

In poche ore, tutti hanno visto quel selfie ed il viso del ragazzo, minorenne, che teneva in mano un cartello ben diverso da quello che lui aveva realizzato per segnalare un problema che aveva a cuore.

Ben presto, di quanto accaduto è venuto al corrente anche lo studente stesso che ha raccontato tutto ai suoi familiari che, alla luce di fatti comunque così gravi, non escludono di sporgere denuncia per risalire ai responsabili ed agli autori della foto modificata. Non sarà difficile, infatti, in caso di denuncia risalire a coloro che si sono scambiati i messaggi attraverso l'analisi delle chat. E le pene potrebbero essere severe.

«Esprimiamo la piena solidarietà al ragazzo coinvolto in questo spiacevole episodio - spiegano dalla Rete degli studenti medi di Sora - . Di fronte a comportamenti del genere non possiamo rimanere in silenzio perché essi sono la prova che certi tipi di discriminazione sono ancora presenti nella nostra società. Non siamo disposti a tollerare più queste micro aggressioni perché alimentano una cultura basata sull'odio e su valori che non ci appartengono».

 

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