Ritira la figlia da scuola per bullismo: «Vessata a 7 anni, nessuno è intervenuto».

Ritira la figlia da scuola per bullismo: «Vessata a 7 anni, nessuno è intervenuto».
di Roberta Pugliesi
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Domenica 11 Febbraio 2024, 08:18

Trasferisce la figlia di 7 anni da una scuola all'altra perché viene bullizzata da un compagno di classe. Teatro della vicenda un istituto scolastico religioso di Sora dove la bambina frequentava la seconda elementare. L'anno scolastico adesso lo concluderà in un'altra scuola della città. Nei giorni scorsi la madre dell'alunna ha depositato tutte le carte per il trasferimento mettendo nero su bianco nella richiesta di nullaosta i motivi della decisione: «Bullismo, ceto sociale e mamme di alunni maleducate e invadenti». Il malessere dell'alunna si è protratto per alcuni mesi, vittima dei comportamenti maleducati e talvolta anche violenti di un compagno di classe. È la stessa mamma a raccontare quello che ha subito sua figlia e lo fa affinché non capiti ad altri bambini e soprattutto perché il problema non venga sottovalutato e minimizzato come accaduto a loro.

IL RACCONTO

«Ho deciso a malincuore di spostare mia figlia, ad anno scolastico iniziato, a seguito di una situazione molto grave di cui ho interessato immediatamente la sua insegnante, una religiosa, nel corso dei due colloqui senza però che siano state adottate le misure che invece mi sarei aspettata.

Mia figlia, per mesi, è stata vittima di bullismo da parte di un compagno di classe, discriminata per l'aspetto fisico, per l'abbigliamento e per la sua famiglia. Parliamo di bimbi di sette anni e quindi anche il sentirsi ripetere continuamente davanti a tutti di essere brutta può essere traumatico. A questo si aggiungono poi gli episodi, anche molto violenti, con pugni sferrati dietro la schiena in più occasioni. Lo stesso bambino, poi, in altri contesti privati, come feste di compleanno, ha continuato ad avere nei suoi confronti comportamenti inaccettabili e nonostante io abbia riferito sia ai genitori che agli organi scolastici competenti della situazione non sono stati adottati provvedimenti nei confronti del bambino o messe in campo azioni in grado di risolvere il problema. Così, alla fine, a rimetterci è stata mia figlia che ho dovuto togliere da un contesto in cui, nonostante la presenza di questo bambino, si era comunque integrata per inserirla in un'altra seconda elementare».

LA RIUNIONE

La madre racconta di un altro episodio avvenuto di recente ed è stato quello che ha fatto traboccare il vaso: «È stata convocata una riunione da parte della rappresentante di classe con i genitori e io non sono stata nemmeno invitata. Non una riunione informale ma una riunione all'interno della scuola. Trovo che sia un fatto gravissimo e discriminante, perfettamente in linea con tutto quello che io e mia figlia abbiamo ingiustamente patito. La mia bambina è stata lasciata in un angolo da sola, senza che nessuno le tendesse una mano per cercare di aiutarla. È stato protetto, invece, il bambino che rendeva impossibile la sua vita in classe».
Abbiamo provato a contattare gli organi scolastici che, però, hanno preferito non intervenire sulla vicenda riservandosi di esercitare il diritto di replica o rettifica dopo la pubblicazione di questo servizio.
Roberta Pugliesi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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