Imprese in crisi di liquidità, ma aumentano le operazioni finanziarie sospette

Imprese in crisi di liquidità, ma aumentano le operazioni finanziarie sospette
di Pierfederico Pernarella
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Lunedì 15 Marzo 2021, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 09:44

Economia ferma, ma i movimenti sospetti di denaro non vanno in lockdown. Anzi aumentano. È il dato che emerge dal rapporto dell'Ufficio Unità Finanziaria della Banca d'Italia sulle cosiddette SOS, le segnalazioni di operazioni finanziarie sospette.
Il Lazio, trainato da Roma che è la città italiana con il maggior numero di operazioni finanziarie sospette segnalate 12.669 nel 2020, circa 3.600 in più rispetto all'anno precedente), è la terza regione in Italia, dopo Lombardia e Campania.
La provincia di Frosinone si colloca subito dopo Latina. Nel 2020, l'anno del Covid, ci sono state 544 segnalazioni di operazioni sospette, 25 in più rispetto a quelle del 2019 (519). Trend che si conferma nelle altre province laziali (quella di Latina passa da 634 operazioni nel 2019 a 727 nel 2020 e Rieti da 133 a 155), ad eccezione di quella d Viterbo dove sono diminuite passando 244 a 234. L'ammontare complessivo delle operazioni finanziarie sospette segnalate è di 96 miliardi con una ricaduta stimata nel Lazio di circa 10 miliardi.

L'obbligo della segnalazione

L'obbligo di segnalazione di un'operazione sospetta è imposto a una platea di soggetti ampia.

Le banche e gli intermediari finanziari, ma anche professionisti, gestori di servizi di gioco. Il sospetto si può fondare su elementi diversi: la natura dell'operazione, l'entità, eventuali frazionamenti, informazioni particolari. Le segnalazioni vengono trasmesse anche alla Direzione investigativa antimafia e al Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza. Si tratta di un materiale prezioso per il contrasto alle frodi finanziarie e all'evasione fiscale E non solo.

Le mafie dietro l'angolo della crisi

Le SOS sono diventate anche uno strumento irrinunciabile per la lotte alle mafie, quindi al riciclaggio e all'usura. Ecco perché la crescita delle segnalazioni di operazioni sospette nell'anno del Covid, che ha tagliato le gambe alle piccole e medie imprese, viene commentata con preoccupazione da Gianpiero Cioffredi, presidente dell'Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio: «Un aumento ancora più preoccupante a fronte di un prolungato periodo di lockdown che ha provocato una crisi di liquidità in cui versano soprattutto le piccole e medie imprese rendendole facili prede da parte della criminalità organizzata».

Le riunioni in Prefettura

I rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata connessi alla crisi delle imprese, che vanno dall'usura alle acquisizioni societarie, è uno degli ambiti che viene maggiormente monitorato delle autorità investigative in provincia di Frosinone. Il settore turistico-termale di Fiuggi è uno di quelli attenzionati. E tal proposito l'argomento, su sollecitazione del prefetto Ignazio Portelli, è stato al centro di un paio di riunioni del Comitato di sicurezza, nel corso delle quali le banche che operano sul territorio sono state invitate ad una più attiva segnalazione di operazioni anomale. In questo senso, ad esempio, è emerso un altro dato in controtendenza rispetto alla crisi economica causata dall'emergenza sanitaria: un anomalo aumento di partite IVA in provincia di Frosinone nel periodo compreso tra febbraio e agosto dello scorso anno.
 

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