Strage sfiorata per la sfida social, chiusa l'inchiesta: "Ivan Marrocco" andava a più di cento all'ora contromano

Il frontale ad Alatri contro un'auto su cui viaggiavano una donna e i suoi due figli: il 30enne accusato di lesioni gravi e guida sotto l'effetto di alcol e droga

El Idrissi Abdelhafil un manovale di 30 anni di origini marocchine
di Marina Mingarelli
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Domenica 10 Dicembre 2023, 19:34 - Ultimo aggiornamento: 19:37

Si schianta ad alta velocità contro una Nissan mentre stava effettuando una diretta social, chiuse le indagini per El Idrissi Abdelhafil un manovale di 30 anni di origini marocchine residente ad Alatri. L'incidente, che poteva trasformarsi in una strage, risale al 10 settembre scorso sulla strada provinciale per Santa Cecilia, in territorio di Tecchiena.

Nei giorni scorsi l'ingegnere Fabrizio Ceramponi, consulente incaricato dalla procura, ha depositato la sua perizia.

Il consulente avrebbe rimarcato nella sua relazione la circostanza aggravante in quanto l'automobilista che si trovava sotto l'effetto di droga ed alcol avrebbe guidato per alcuni metri contromano. A questo da aggiungere che viaggiava ad alta velocità. Secondo quanto accertato dal perito del pubblico ministero, il manovale avrebbe perso il controllo della su Audi mentre viaggiava ad oltre i cento chilometri orari.

L'uomo che deve rispondere di lesioni personali gravi, guida sotto sostanze alcoliche e stupefacenti, ed eccesso di velocità, ha causato nello scontro il ferimento di una mamma di 44 anni di Supino e dei suoi figli di 14 e nove anni. Ad avere la peggio è stata la bambina più piccola che i vigili del fuoco hanno dovuto estrarre tra le lamiere contorte della vettura. La piccina è stata trasporta in eliambulanza presso l'ospedale pediatrico "Bambin Gesù" di Roma dove è rimasta degente per più di due settimane. Anche Ivan Marocco, così si faceva chiamare il 30enne su Facebook, è rimasto ferito nello schianto con la Nissan. L'uomo è stato ricoverato all'ospedale "Spaziani" di Frosinone e poi trasferito al policlinico Umberto I di Roma dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico a causa di una lesione polmonare.

LA LETTERA

Il video del violento impatto aveva fatto il giro del web. Le immagini dello schianto in diretta hanno scatenato da parte dei media rabbia e indignazione. Lo straniero dal canto suo, una volta presa coscienza di quello che aveva combinato, ha chiesto perdono attraverso una lettera indirizzata alla mamma e ai suoi figli rimasti vivi per miracolo. Ivan Marocco però non vuole essere etichettato come un mostro. «Ho sbagliato - si legge nella missiva - e intendo pagare il mio debito con la giustizia e con la famiglia di Supino, coinvolta nell'incidente stradale da me causato. Ho fatto una pazzia ma io stesso ho rischiato di morire nell'impatto, avendo quindi creato una situazione ben diversa da quella di coloro che, non rischiando nulla, mettono a repentaglio solo la vita degli altri ma non la propria».

LE MINACCE

L'uomo che ha ricevuto pesanti minacce, ne l mirino anche la sua famiglia. È stato costretto ad allontanarsi dalla sua abitazione e a chiedere ospitalità ad alcuni amici per paura di ritorsioni. Il manovale ha affidato la sua difesa all'avvocato Giampiero Vellucci. Il legale difensore ha incaricato come perito di parte il consulente Giuseppe Speranza.
 

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