Zio Peppuccio è stato ucciso? La famiglia incontra gli investigatori dopo la lettera inviata a Il Messaggero

La Procura di Cassino sta valutando la possibilità di nuovi accertamenti

La lettera anonima riapre il caso di zio Peppuccio
di Vincenzo Caramadre
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Giovedì 15 Febbraio 2024, 09:42

Mistero di Zio Peppuccio, dopo la lettera anonima arrivata alla nostra redazione ripartono gli accertamenti.

La procura di Cassino vaglia l'attendibilità dello scritto che indica le coordinate gps dalle quali far ripartire la ricerca del corpo di Giuseppe Ruggiero, l'84enne scomparso il 15 maggio 2011 a Coreno Ausonio. Quella mattina uscì per andare alla cerimonia nei pressi del monumento ai caduti nella zona di montagna Vallaura, ma di lui da quella mattina si sono perse le tracce.

Ora il procuratore capo facente funzioni, Alfredo Mattei, ha delegato i carabinieri della compagnia di Pontecorvo per individuare il punto esatto delle coordinate gps fornite dall'anonimo denunciate.

Si tratta di una necessaria scrematura con il fine di localizzare territorialmente il punto indicato e solo successivamente potrebbero esserci le attività di accertamento operativo. Bisognerà capire se le coordinate geografiche sono coerenti con l'area e luoghi della scomparsa e, soprattutto, se quei luoghi, non sono già stati oggetto di ricerche nell'immediatezza dei fatti.

L'INCONTRO

Ieri mattina l'avvocato Emanuela Di Marco, consigliere regionale dell'Associazione Penelope Lazio e legale della famiglia di Giuseppe Ruggiero, è stata ricevuta in procura dagli inquirenti. «Abbiamo riscontrato un'apertura importante da parte della procura, molta sensibilità e questo ci fa ben sperare», ha detto l'avvocato Di Marco, una volta uscita dal colloquio con gli inquirenti. Ma la scomparsa di Zio Peppuccio, allo stato, va inquadrata su due piani differenti: quello delle indagini archiviate nel 2012 - con l'ipotesi che il pensionato sia caduto in un dirupo - e quelle della ricerca del corpo.
In questa fase, stando a quanto si apprende, non verranno espletate indagini per ricostruire la dinamica della scomparsa e le eventuali responsabilità di terzi, ma solo una ricerca del corpo. Nella lettere anonima arrivata il 7 febbraio scorso alla nostra redazione di Frosinone, tuttavia, vengono indicate alcune parole e frasi che sembrano comporre un puzzle.

LA MISSIVA

Nella missiva scritta a macchina viene scritto: «Non in superficie», ciò ad indicare che il corpo del pensionato potrebbe essere stato sotterrato o occultato in qualche roccia nelle montagne. Si parla anche di un «branco di cani» e questo potrebbe significare che l'anziano sarebbe stato assalito da cani e il corpo fatto sparire. C'è, infine, la parola «pastori», in questo caso la chiave di lettura si collegherebbe a soggetti, non identificati, coinvolti, direttamente o indirettamente, nella misteriosa scomparsa di Giuseppe Ruggiero.

Si vaglia, ad esclusione, anche l'ipotesi del gesto anonimo di un mitomane, per cui la procura non lascia il campo ad alcuna certezza, tutto viene vagliato con molta attenzione, considerato che sono trascorsi 13 anni dalla scomparsa e che, negli ultimi mesi, il caso è tornato alla ribalta prima con la multa arrivata a casa di Zio Peppuccio per non essersi sottoposto a vaccinazione contro il Covid-19 e poi con la dichiarazione di morte presunta. Ma quella del 7 febbraio non è l'unica lettera anonima. A settembre 2012, dopo l'archiviazione, ne era arrivata una prima al figlio e al sindaco del paese.

LA FAMIGLIA

I familiari - i tre figli Angela, Pasqualina e Tonino, in particolare - non hanno mai smesso di sperare e di cercare. «In questa storia in oltre 12 anni non c'è mai stato un segno di pietà, forse è arrivato il momento che qualcuno che sa, prima di morire, voglia farci trovare le ossa di mio padre. Noi non ci rassegniamo, si vive notte e giorno con questa ferita», ha detto il figlio Tonino. Ora con la secomda lettera anonima si riaccendono le speranze per coloro i quali hanno voluto bene a Zio Peppuccio e che continuano a volergliene e che, soprattutto, continuano a dire: «Vogliamo almeno una tomba sulla quale portare un fiore».
 

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