Omicidio a Roma: attentati e droga, il ciociaro Viti era nel mirino

Omicidio a Roma: attentati e droga, il ciociaro Viti era nel mirino
di Marina Mingarelli
3 Minuti di Lettura
Venerdì 31 Marzo 2023, 08:16

In fiamme due auto e il cascinale del padre. Gli incendi, che risalgono alla fine dello scorso anno, erano stati ricondotti a dissidi familiari, ma gli episodi hanno assunto un altro significato dopo l'arresto per omicidio. A subire quei roghi, infatti, era stato Daniele Viti, il 44enne fermato lunedì scorso dalla polizia mentre rientrava in un appartamento al Corviale con l'accusa di concorso in omicidio per l'uccisione di Andrea Fiore nel quartiere Quadraro a Roma.

LE INTIMIDAZIONI

La guerra tra gruppi rivali che ha portato alla scia di sangue nella Capitale e in cui sarebbe rimasto coinvolto il ciociaro evidentemente andava avanti da tempo. Le fiamme alle auto e a una parte dell'abitazione della famiglia Viti, come detto, risalgono allo scorso dicembre. I rapporti tra il 44enne e i genitori ultimamente non erano idilliaci. Per tale motivo più volte l'uomo era stato denunciato per stalking e maltrattamenti in famiglia. Alla base di quell'acredine ci sarebbero state questioni di eredità. Molto spesso i carabinieri della locale stazione erano stati costretti ad intervenire per sedare gli animi. Ecco perché si era pensato che quegli incendi dovessero essere ricondotti a quei frequenti litigi.
Ora però si affaccia l'ipotesi più credibile che quei roghi non erano questione di famiglia, ma siano stati degli avvertimenti. Viti con tutta probabilità aveva pestato i piedi a chi non doveva nell'ambiente del traffico di droga tra Roma e forse la Ciociaria.

LA SCOPERTA

Un'ipotesi confermata anche dal fatto che nel corso della perquisizione effettuata nell'abitazione di Viti a Veroli sono stati trovati quattro chili di cocaina. Prova che il ciociaro fosse coinvolto in giri di un certo livello nel mercato degli stupefacenti. Daniele Viti si trova ristretto presso il carcere di Regina Coeli dove ieri si è svolto l'interrogatorio di convalida: il gip ha confermato il fermo disponendo la misura detentiva in carcere.

IL PRECEDENTE

E ieri mattina è stato anche revocato anche l'ordine per la sua traduzione dal carcere al tribunale di Frosinone dove avrebbe dovuto presentarsi in qualità di imputato in un processo per il reato di detenzione abusiva di armi. I fatti che lo hanno portato alla sbarra risalgono al 2018 quando i carabinieri di Veroli avevano rinvenuto in una azienda agricola di Campoli Appennino sei fucili. Uno di questi risultava provento di furto. A fare il nome del 44enne era stato qualcuno che aveva avuto contatti con l'uomo per quanto riguarda l'acquisto di armi. Gli investigatori che hanno avviato le indagini stanno cercando adesso di scoprire se possa esserci un nesso con la vicenda delle armi rubate ed il suo coinvolgimento negli ambienti della malavita romana.
Sembra che da alcuni mesi la presenza dell'uomo a Veroli (precedentemente aveva vissuto per tanti anni in Irlanda) si era fatta sempre più sporadica e che teneva contatti con persone che ruotavano nel mondo dello spaccio. Al momento si sa che da quando Viti è stato arrestato è sparita anche la compagna. Da indiscrezioni trapelate sembra che la donna, che teme ritorsioni, si sia rivolta ad un centro di accoglienza e che al momento si trovi in un rifugio protetto.
Marina Mingarelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA