"Bibi", una vita segnata dai drammi ma aveva sempre un sorriso per tutti

Iris De Vincenzi lavorava in due bar a Ripi e Torrice, era in ferie perché il 25 aveva festeggiato il compleanno

Iris De Vincenzi al lavoro nel bar
di Marco Barzelli
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Giovedì 28 Settembre 2023, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 08:52

«Addio Iris e Alessio. Ci lasciate un dolore immenso», hanno postato i genitori di Iris Noemi De Vincenzi all'indomani dell'incidente costato la vita a lei e al suo fidanzato. Tiziana Incitti e il compagno Luigi "Louis" Mantegna, noto pugile e deejay, stavano ormai apprendendo dai social i dettagli di una tragedia che non era stata ancora svelata all'obitorio di Cassino. Una tragedia che ha scosso le comunità di origine e adozione. Iris, come previsto da un macabro destino, se n'è andata il giorno dopo il suo ventiseiesimo compleanno. Un'ondata di messaggi e lacrime ha riempito sin da subito le sue bacheche social. Era la "Barista della Casilina", affettuosamente chiamata Bibi. Lavorava in due bar molto frequentati, "Il cacciatore" di Ripi e "Il ritrovo" di Torrice, l'uno verso il casello autostradale di Ceprano e l'altro alla volta della zona Forcella. Anche al "Cacciatore", aperto sin dalle quattro e mezza, lo hanno saputo in mattinata che era una delle vittime.

Iris era andata in ferie, aveva festeggiato il suo compleanno e sarebbe rientrata a lavoro lunedì. «Era una persona fantastica. Non ci sono parole, siamo distrutti - dice la collega Valentina - Era meravigliosa e solare. Sul lavoro era bravissima e aveva un cuore grande. Non posso pensare che non ci sarà più un lunedì al bancone con lei». Aveva lavorato per cinque anni anche nel vicino e ormai ex bar "Zio Paperone" di Ripi. Con la titolare Federica Liburdi, diventata un'amica, era andata anche a lavorare all'estero per tre anni. Era la "Birillina" del suo cuore. «Ci sarebbero migliaia di aneddoti, episodi o storie da raccontare su di te - ha scritto via social - ma credo che nulla possa portare in dietro il tempo o te. Ti voglio tanto bene te ne vorrò sempre». Il lavoro era la sua passione, impressa anche sulla pelle tatuandosi uno shaker per cocktail e il pressino del caffè. Era pazzamente innamorata della sua nipotina Marika, che faceva illuminare le sue giornate e le sue storie social. Ha pubblicato l'ultima appena un paio d'ore prima dello scontro fatale. Scriveva: «Io ieri: "Basta, a 26 anni devo essere più matura"». Ma, dato il profondo animo fanciullesco, mostrava una scatola da asporto a forma di Pokemon. Iris, invece, è una ragazza che è dovuta crescere in fretta. Figlia unica, padre assente, è cresciuta da sola con la mamma finché non è entrato nella loro vita Louis Mantegna, ormai molto più di un "semplice" patrigno. È una famiglia la loro che sa bene cosa sia la sofferenza. Appena due mesi, nemmeno cinquantenne, era morta di tumore l'amata zia Simona, la sorella della madre. Il marito Enzo Roscia, conosciuto come "Serpentone", era stato invece stroncato dal Covid nell'aprile 2021. Anche lui all'età di 49 anni. Massimo Fiori, sindaco di Arnara, ha fatto visita ai familiari non appena rientrati dall'obitorio ed espresso il forte cordoglio a nome dell'intera cittadinanza. «È stata una nottata terribile - esterna il sindaco Fiori -. Sono sconvolto sin dalla tremenda telefonata ricevuta dai carabinieri. La sua famiglia, già così sfortunata, non meritava altro dolore. Ad Arnara c'è profondo turbamento, soprattutto da parte delle tante ragazze che da piccole erano andate a scuola con lei».
Marco Barzelli
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