Frosinone, trovata morta prof Gilberta Palleschi. Il killer confessa: è un muratore

Antonio Palleschi e Gilberta Palleschi (omonimi)
di Stefano De Angelis
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Mercoledì 10 Dicembre 2014, 13:16 - Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 09:44

E' stata avvicinata, picchiata, colpita alla testa e uccisa. All'origine del delitto, che ha scosso l'intera Ciociaria, un'aggressione a sfondo sessuale. E' quanto ricostruito da investigatori e inquirenti della Procura di Cassino, che da oltre un mese stavano indagando sul giallo che ruotava attorno alla scomparsa di Gilberta Palleschi, la 57enne di Sora. La professoressa di Inglese e segretaria regionale dell'Unicef, era svanita nel nulla la mattina del primo novembre scorso nella zona di San Martino, a pochi chilometri dalla sua città, in un'area immersa nella natura.

La svolta. Ieri è arrivata la svolta dell'inchiesta, al culmine di una giornata iniziata con il ritrovamento del corpo della docente e finita con il fermo di un uomo, Antonio Palleschi, 43 anni, muratore di Sora: nei suoi confronti è stata mossa l'accusa di omicidio volontario, vilipendio e occultamento di cadavere.

Dopo due ore di interrogatorio davanti al Pm, è stato trasferito nel carcere di Cassino, in attesa della convalida del provvedimento da parte del Gip. «Ha reso piena confessione, ha ammesso le sue responsabilità», ha dichiarato in serata il procuratore capo di Cassino, Mario Mercone.

Un mese di indagini. I carabinieri, dopo aver raccolto vari elementi, avevano impresso un'accelerata alle indagini. Avevano esaminato i filmati a disposizione, anche quelli delle telecamere di videosorveglianza sistemate all'esterno delle villette, per verificare i movimenti di quel giorno nell'area e vagliato anche una testimonianza, che riferiva di un'auto di piccola cilindrata di colore scuro e di un uomo che chiudeva forzatamente il portabagagli. Tutto notato lì, nella località di San Martino, un fazzoletto di campagna nella vicina Broccostella, a due passi dal confine con Posta Fibreno e Fontechiari, uno dei luoghi preferiti dalla professoressa per fare lunghe passeggiate.

Perse le tracce. La zona dove, lungo un sentiero, si erano perse le sue tracce e, sul ciglio di una stradina, erano stati ritrovati alcuni suoi effetti, una sim card, le chiavi dell'auto, un braccialetto e un auricolare spezzato. Le attenzioni degli investigatori si sono così concentrate sul 43enne non solo per il modello della sua vettura, una Micra simile alla descrizione fornita ai militari, ma anche in virtù di un suo precedente per tentata violenza sessuale che risale ad alcuni fa e per cui gli era stata inflitta una condanna di un anno e dieci mesi. Non solo: dalle indagini è emerso che il suo cellulare aveva agganciato una cella telefonica poco distante.

Colpita a mani nude. Ieri, alle 7.30, i carabinieri hanno fermato il muratore. Di fronte alle loro domande, alla fine ha raccontato i drammatici momenti di quella mattina portando poi al ritrovamento del corpo. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, che hanno raccolto la sua versione, ha tentato un approccio sessuale verso la donna che, però, si è difesa, ha reagito. Così, l'avrebbe aggredita per poi colpirla a mani nude alla testa dopo che era caduta a terra. A quel punto, sempre sulla base degli accertamenti, ha caricato il corpo nel portabagagli dell'auto, raggiungendo una località impervia tra i boschi, nei pressi di un ex cava, nel territorio di Campoli Appennino per abbandonarlo.

Il ritrovamento. Ed è lì, in un canalone, sul letto di un rivo fluviale secco, a cento metri di profondità rispetto a una strada sterrata, che è stato ritrovato il cadavere della professoressa. A indicare il luogo, a pochi chilometri da dove la donna era scomparsa, è stato lo stesso muratore. Secondo le indagini, il giorno dopo avrebbe tentato di abusare del corpo.