Frosinone, Sagi trasporti: la protesta dei dipendenti in Tribunale

I lavoratori all'ingresso del Tribunale
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Giovedì 30 Giugno 2022, 16:25 - Ultimo aggiornamento: 16:27

Si sta mettendo male per i circa 70 dipendenti della Sagi spa, l’azienda che si occupa di logistica sequestrata una settimana fa nell’ambito di un’inchiesta della guardia di finanza su una presunta frode fiscale.
Ieri mattina una buona parte di loro si è recata presso il palazzo di giustizia di Frosinone per manifestare la rabbia e i timori sulla piega che stanno prendendo gli eventi. Ad oggi, infatti, i due amministratori giudiziari nominati dal tribunale non sono ancora operativi.

Ed ogni giorno che passa, per un settore come quello del trasporto delle merci, è un passo verso il baratro.

Da una settimana gli uffici restano chiusi, i camion con la merce a bordo sono sequestrati. Niente può essere toccato se non in presenza degli amministratori giudiziari. La situazione che preoccupa di più è quella della Sagi spa di Frosinone: il suo amministratore, Michele Posillipo, è stato arrestato perché ritenuto dagli inquirenti il principale ideatore della frode. Queste accuse, considerando anche che le indagini sono ancora alla fase preliminare, possono bastare a condannare a morte un’azienda? La Sagi spa è la più florida tra quelle coinvolte dall’inchiesta.

Nel giro di un paio di anni è riuscita ad imporsi nel settore della logistica su scala internazionale acquisendo come clienti alcune delle principali multinazionali dell’e-commerce e del settore industriale.
Gli ultimi fatturati si aggiravano intorno al milione di euro al mese. Gli arresti e l’ampio risalto mediatico dato all’operazione ha determinato un fuggi fuggi dei clienti. Alcuni sono anche inferociti perché hanno la merce bloccata sui tir sequestrati. Sono cominciate ad arrivare la diffide a cui seguiranno le citazioni per danni per inadempienza contrattuali.

Nel settore della logistica tempestiva e velocità nella consegna della merce sono tutto. Una settimana è un’eternità. Anche perché la concorrenza, evidentemente, è altissima. In tutto questo ci sono le vite dei dipendenti, circa una settantina, che temono il peggio. Il pagamento dell’ultimo stipendio è stato bloccato dall’esecuzione delle misure cautelari. Nel frattempo corrono le rate di mutui e finanziamenti. E poi le bollette. In alcuni casi nell’azienda lavoravano più componenti di una stessa famiglia. Oltre alla difficoltà del momento, quello che preoccupa di più è il futuro. E ieri, con il sit-in improvvisato in tribunale, hanno chiesto alle autorità di accelerare i tempi prima che sia troppo tardi.

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