Frosinone, mazzette alla Motorizzazione per avere la patente: tutti a processo

Il tribunale di Frosinone
3 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Dicembre 2020, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 09:34

Patenti facili alla Motorizzazione di Frosinone, tutti rinviati a giudizio . Si tratta per la maggior parte di persone straniere che debbono rispondere a vario titolo dei reati di corruzione, falso e sostituzione di persona. Dei settantadue indagati qualcuno ha deciso di patteggiare la pena, tutti gli altri, così come è stato richiesto dal pubblico ministero Di Cicco, sono stati trascinati alla sbarra. Il gup Ida Logoluso alla luce degli elementi raccolti ha fissato la data del processo. La prima udienza si terrà il prossimo 30 aprile

L’inchiesta, su presunte “bustarelle” che venivano consegnate ad alcuni funzionari per superare l’esame teorico per conseguire la patente, è stata avviata qualche tempo fa dalla Squadra Mobile di Frosinone. Inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex direttore della Motorizzazione Roberto Scaccia , del titolare di una serie di autoscuole a Cassino Ferraro e di altre 17 soggetti che hanno beneficiato dei domiciliari. In questo filone di inchiesta la procura si è occupata degli esami risultati truccati, relativi al 27 gennaio 2015 ed al 3 e 16 marzo dello stesso anno dove alcuni soggetti si sarebbero sostituiti agli esaminandi per permettere loro di superare l’esame. 

Ovviamente la promozione aveva un suo prezzo, Tutto era stato organizzato nei minimi particolari, dal suggeritore a colui che si sostituiva materialmente a persone straniere che dovevano conseguire la patente. L’ex direttore della Motorizzazione, che ha chiesto di patteggiare la pena, è stato condannato a sette anni di reclusione.

E tornando a questo filone delle indagini ieri sono stati rinviati a giudizio per la maggior parte privati cittadini che avevano versato copiose somme di denaro per ottenere la patente. Secondo gli elementi raccolti dagli investigatori i candidati versavano alle autoscuole dalle 3.000 alle 5000 euro. Quest’ultime poi si sarebbero spartite il denaro con i funzionari della Motorizzazione.

Per la cronaca va detto che numerosi dei richiedenti non sapevano nemmeno la lingua italiana.

Dunque per loro sarebbe stato molto difficile superare l’esame di guida. Ma a quel punto intervenivano dei collaboratori che facevano sempre capo alle autoscuole e che lavorando in “nero” si sostituivano agli interessati svolgendo al loro posto la prova di esame. 

Un ruolo di spicco in questa vicenda era stato affidato ad Andel Tawabezz El Din , meglio conosciuto come Asharaf. Quest’ultimo infatti aveva il compito di procacciare i candidati provenienti dal suo paese d’origine, inoltre fungeva da intermediario con le autoscuole. L’uomo avrebbe riscosso dai suoi connazionali gli illeciti compensi da cui tratteneva una provvigione. Identico ruolo quello di Lin Xiaiquan ( detto Stefano) e Liu Xuemei (meglio conosciuta come Elena) i quali avrebbero partecipato attivamente all’associazione malavitosa procacciando i candidati che provenivano dalla loro nazione di origine.

Nel collegio difensivo gli avvocati Giampiero Vellucci, Nicola Ottaviani Marco Maietta, Mario Cellitti, Carlo Coratti , Renato Rea, Giorgio Picchi, Francesco Germani, Calogero ed Antonio Nobile e Antonio Celani. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA