Frosinone, droga e riciclaggio:
l'Antimafia lancia l'allarme

Frosinone, droga e riciclaggio: l'Antimafia lancia l'allarme
di Vincenzo Caramadre
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Venerdì 20 Luglio 2018, 17:09
Alla criminalità organizzata campana piace il territorio del Lazio: va da se che il serpentone delle illegalità passa, inevitabilmente, per la Provincia di Frosinone, dove c’è stato un ritorno alle origini: agli affari sporchi che macchiano e segnano la vita di molti giovani e delle loro famiglie con la spaccio di grossi quantitativi di droga.

La camorra torna a fare affari nei territori indirettamente controllati con la droga: cocaina, ma anche eroina e hascisc. Gli affari sporchi con la droga che si affiancano alla criminalità di tipo economico. Questa la fotografia scattata dall’Antimafia con la relazione del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia relativa al secondo semestre 2017. Ieri c’è stata la presentazione al Senato, nei prossimi giorni ci sarà alla Camera dei deputati. Gli investigatori dell’Antimafia hanno tracciato un bilancio di quella che è stata l’attività operativa sul territorio nazionale e in provincia di Frosinone, ma soprattutto sono state tracciate le nuove emergenze. Anche in Ciociaria. Non solo, come è avvenuto per il passato recente passato infiltrazioni nel tessuto economico, con investimenti mirati per ripulire denaro sporco, ma anche immissione di grosse quantità di droghe in tutto il basso Lazio e nella provincia di Frosinone.

“L’intera Regione Lazio  - si legge a pagina 161 della relazione Dia -  per la vicinanza geografica con la Campania, è tra quelle più interessate da infiltrazioni di clan camorristici, tanto che i vertici di alcuni gruppi si sarebbero trasferiti nella Capitale (Pagnozzi, Senese) ed in altre aree del territorio, quali il frusinate e la provincia di Latina (Casalesi), per riciclare denaro e farvi confluire parte delle ingenti quantità di stupefacenti importate dalle zone di origine.
Nel corso del tempo, nel Lazio è stata accertata l’operatività dei clan Di Lauro, Giuliano, Polverino, Licciardi, Contini,Licciardi, Contini, Mariano, Moccia, Mallardo, Gallo, Gionta, Zaza, Schiavone, Novello, Zagaria, Belforte e Bardellino".
Ma dalla relazione emerge anche un altro dato interessante, vale a dire la presenza nei territori interessati, e tra essi c’è la ciociaria, di esponenti di vertice nella criminalità campana. Ma soprattutto i Casalesi, non lasciano scoperto il frusinate dove continuano ad investire nel settore alberghiero, alimentare e nell’edilizia. Ma non solo l’influenza dei clan di Casale, nel basso Lazio, quindi nella zona del cassinate l’antimafia ha riscontrato la presenza di alcune frange della criminalità organizzata calabrese (‘ndrangheta).
“Nel basso Lazio - si legge a pagina 61 della relazione - è stata registrata l’operatività dei Pironzomalli di Gioia Tauro”.  Grosso appannaggio di detta cosca è lo smaltimento dei rifiuti e occhi sugli appalti pubblici. Un quadro tracciato dalla Dia ben noto alla magistratura sia del Capoluogo, sia di Cassino e alle forze dell’ordine. Polizia, carabinieri e guardia di finanza, ormai da tempo, hanno messo in campo un’azione sinergia per reprimere forme d’infiltrazioni malavitose, ma anche la criminalità cosiddetta autoctona, soprattutto di origine rom.   
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