Francesco Razza morto in scooter a Caserta, era un dirigente dello stabilimento Stellantis di Cassino

Il manager viaggiava a bordo di uno scooter e si è scontrato con una Fiat Panda

Francesco Razza morto in scooter a Caserta, era un dirigente dello stabilimento Stellantis di Cassino
di Alberto Simone
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Venerdì 25 Marzo 2022, 11:07 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 09:26

Il centauro. Così lo chiamavano nello stabilimento Stellantis di Cassino. «Dai, fai un'impennata nel piazzale, facci vedere se sei davvero bravo». Si scherzava tra colleghi, anche se Francesco Razza non era un semplice collega. Era il capo reparto dell'unità Plastica di Fca Cassino Plant. Ma l'ingegnere, giunto nella fabbrica ai piedi dell'Abbazia nel 2015, si poneva in maniera cordiale con tutti. Era un dirigente-operaio, così lo dipingono le persone con cui ha lavorato a più stretto contatto negli ultimi anni. Era impegnato nell'allestire i capannoni per la produzione del Suv Grecale della Maserati presentato nei giorni scorsi a Modena: entro giugno partirà la produzione in serie a Cassino.

Francesco Razza era uno dei dirigenti che stava lavorando a quel progetto. Era un runner, ma soprattutto un appassionato di moto. Della Ducati, soprattutto. Al punto che spesse volte lasciava l'auto nel piazzale di Cassino per godersi il viaggio in moto nei cento chilometri che separano lo stabilimento Stellantis dalla sua abitazione.

In quel tratto di strada, ieri mattina, è terminata la corsa di Francesco Razza e della sua Ducati.

Il dirigente di Stellantis, 48 anni, una moglie e due bimbi, come tutte le mattine era uscito dalla sua casa di Santa Maria Capua Vetere, nel napoletano, per raggiungere la fabbrica di Piedimonte San Germano. Lo stop annunciato giovedì dalla dirigenza riguardava solo gli operai: i dirigenti continuano a lavorare per mettere a punto i capannoni dello stabilimento in vista dell'arrivo del Tridente. Una sfida che entusiasmava Francesco. Ma il destino è stato crudele.

LO SCHIANTO

Poco dopo le 7 di ieri mattina, in territorio di Teano, lungo la Casilina, si è schiantato contro una Fiat Panda e per lui non c'è stato nulla da fare: è morto sul colpo. L'incidente avvenuto nel comune dell'Alto Casertano è stato fatale. L'arteria è stata a lungo chiusa per i rilievi del caso. Poi la viabilità è tornata regolare, intanto, a metà mattinata, la notizia è giunta a Cassino.

Sgomento e incredulità tra i colleghi. «Non ci posso credere. Mi aveva chiamato due giorni fa per accordarci sui lavori da fare. Sto seguendo un progetto con lui per l'ampliamento della tettoia del capannone in vista della produzione del Suv Maserati. Stiamo facendo dei lavori importanti per il Grecale». Emiliano Evangelista, uno dei colleghi più stretti di Francesco Razza, non riesce a parlarne al passate. E' ancora sotto shock.

LA FAMIGLIA

Come la famiglia, del resto: lascia una moglie e due bambini piccoli. «Ricordo ancora quando lo scorso anno era arrabbiatissimo perché De Luca in Campania teneva i ristoranti ancora chiusi e lui rischiava di non poter fare la comunione al figlio. Infatti poi decise di venire qui, tra Cassino e Formia», dice un collega ricordando la tenera età dei figli.

Da un anno e mezzo Francesco Razza era dirigente del reparto Plastica. Nel 2015, quando è arrivato da Pomigliano, era il cosiddetto Rspp di stabilimento, ovvero il responsabile della sicurezza, prevenzione e protezione dei lavoratori.

Pierluigi De Filippis, responsabile lavoro e sicurezza della Fiom-Cgil, lo ricorda con queste parole: «Ho avuto la fortuna di collaborare con lui e la possibilità di valutare la vera natura di uomo serio e onesto». Tra le persone che meglio conoscevano Lorenzo, anche Leopoldo Daniele. «Non ci sono parole. Era una persona squisita, sempre con il sorriso, sempre disponibile con tutti. Amava la sua moto, a volte la utilizzava anche nei giorni di pioggia».

Ieri mattina, approfittando del sole primaverile, Francesco si è quindi messo in sella alla sua Ducati, ma il rombo di motori non è arrivato a Cassino fin dentro Stellantis. Non ci arriverà mai più. Ma resta il ricordo di una persona straordinaria, un manager come pochi.

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