Cassino, l'Abate emerito D'Onorio e il vescovo Antonazzo celebrano i Pontificali dell'Assunta

Cassino, l'Abate emerito D'Onorio e il vescovo Antonazzo celebrano i Pontificali dell'Assunta
di Elena Pittiglio
3 Minuti di Lettura
Domenica 16 Agosto 2020, 21:08 - Ultimo aggiornamento: 17 Agosto, 12:39

Due solenni Pontificali a Montecassino e Cassino, come accade negli ultimi sette anni, ma questa volta in due momenti diversi e non in contemporanea. La mattina del 15 agosto la prima celebrazione è in abbazia con l’abate emerito Fabio Bernardo D’Onorio. Nel pomeriggio in piazza Corte la celebrazione è presieduta dal vescovo Gerardo Antonazzo.

L’estate 2020 sarà ricordata per la mancata proclamazione della Civitas Mariae e per le polemiche sollevate intorno al caso, che ha portato ad una divisione della città e a una disputa che vede da una parte la protettrice Madonna Assunta. Dall’altra San Benedetto, patrono di Cassino. Andiamo con ordine. La solennità dell'Assunta ore 10.30: l’abate dom Donato Ogliari introduce il suo predecessore Bernardo d’Onorio,  invitato in Abbazia per la festa dell’Assunta e per la ricorrenza dell’ 80° compleanno che compirà il 20 agosto prossimo.

Le prime parole dell’omelia l’abate D’Onorio le rivolge a Ogliari e alla comunità monastica sottolineando: “Ci troviamo qui, a Montecassino, per la festa tanto cara a noi monaci e alla popolazione di Cassino”. I ringraziamenti successivi sono per il sindaco Salera, il presidente Di Rollo e l’assessore Maccaro che “con la loro presenza – dice – testimoniano, qualora ce ne fosse bisogno, l’attaccamento della città a Montecassino, nonostante tutto. E qui mi fermo”.

Il messaggio lanciato dal pulpito è incisivo. Non aggiunge una parola in più ma tutti i presenti comprendono il riferimento alla vicenda, che sta vivacizzando il dibattito in città. Con poche parole l’abate emerito dom Bernardo ritiene di archiviare la polemica. E continua: “Ci troviamo in questa basilica intitolata all’Assunta, a San Giovanni Battista e San Benedetto a ringraziare la Madonna che ci ha voluto sempre bene. E ci ha voluto ancora di più bene in questo anno”. Il riferimento è alla pandemia che ha colpito il Paese.

“Qui a Cassino – aggiunge – la popolazione è stata meno toccata. La nostra messa è un inno di ringraziamento alla benevolenza e alla protezione della Vergine Assunta”. Al termine l’abate emerito si è trattenuto con il sindaco e con i tanti cassinati saliti in abbazia a manifestargli il grande affetto. Ore 19.00 piazza Corte: il vescovo Antonazzo celebra il Pontificale sul sagrato della Concattedrale insieme ai sacerdoti. In prima fila ci sono, come a Montecassino, il sindaco Salera, l’assessore Maccaro e il consigliere Galasso. Il clima è freddo, come quello della vigilia. Non una parola rivolta all'indirizzo degli amministratori, ma l’omelia del vescovo è chiara. Non fa cenno alle polemiche, preferisce chiarire  la visione di “Città consacrata alla Madonna”.

“È, necessario – sottolinea - passare da una “pietà mariana” a volte astratta e generica, all’apprendimento di una “maternità mariana” che cambia la vita della Città e dei suoi figli. È questo – spiega - il risvolto e la ricaduta civile e sociale di una Città devota di Maria”. Il pastore della Diocesi afferma che “la Città devotamente mariana sa bene che il culto non può restare sterile e infruttuoso nella vita reale”.

E allora Antonazzo si addentra nella  visione di Città Mariana. Descrivendola così: “Cassino ha bisogno di costruirsi come “Città Madre” che abbraccia, accoglie, incoraggia, consola, educa, fa crescere i suoi figli, nutre, cura, se ne fa carico, soprattutto nel tempo delle difficoltà. Come quella di Maria anche quella della Città è una maternità audace, coraggiosa, forte, stabile, educativa, coerente”. Tradotto: una città che faccia sentire i cittadini suoi figli.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA