Elmetti della Prima guerra mondiale e preziosi nel covo dei ladri, il nascondiglio scoperto a Veroli

Elmetti della Prima guerra mondiale e preziosi nel covo dei ladri, il nascondiglio scoperto a Veroli
di Pierfederico Pernarella
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Lunedì 18 Marzo 2019, 17:53
Un appartamento del centro storico, disabitato e fatiscente, trasformato nel nascondiglio di un cospicuo bottino di furti. I carabinieri di Veroli hanno messo a segno un altro importante colpo contro i reati predatori.
Dopo la ritrovamento agli inizi di marzo che ha permesso di recuperare, tra le altre cose, oggetti sacri rubati nella collegiata di San Michele, sabato pomeriggio è arrivata un’altra scoperta. In una casa del centro storico disabitata da anni.

Il proprietario, un professionista del luogo, appresa la notizia delle precedenti operazioni dei carabinieri che avevano portato alla denuncia di un 34enne, è andato a controllare la propria abitazione. Aperta la porta si è trovato davanti di tutto e di più, oggetti, anche di un certo valore, che non appartenevano a lui. A quel punto il professionista ha chiamare i carabinieri, i quali giunti sul posto hanno accertato che si trattava di oggetti proventi di furti perpetrati in abitazioni ed attività commerciali.

Il materiale rinvenuto è il più disparato: oggetti di argenteria, penne in oro, dipinti e litografie, una bicicletta elettrica, un televisore, videocamere, addirittura elmetti metallici della prima guerra mondiale, oggettistica in ottone e anche un’anfora di terracotta in stile romano. Tra gli oggetti anche arnesi da scasso.

Tutto è stato catalogato e posto sotto sequestro, in attesa di essere restituito ai legittimi proprietari. Un’operazione non facile visto che al momento, al contrario della precedente refurtiva, s’ignora la provenienza della refurtiva. I carabinieri confidano nella pubblicazione delle foto per risalire ai proprietari.
Resta ora da capire che abbia utilizzato quell’appartamento disabitato come nascondiglio. Su questo stanno lavorando i militari coordinati dal tenente Vittorio De Lisa. Non è escluso che vi sia un unico filo conduttore con le precedenti operazioni.
 
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