L'istanza era stata presentata presso la Provincia di Frosinone ma, a distanza di 4 anni e mezzo dal suo deposito, il provvedimento autorizzativo non è stato emanato. Questo perchè sono rimaste inascoltate le richieste di documentazione avanzate da Arpa Lazio, il cui parere è obbligatorio. In particolare le informazioni fornite sono state definite dall'Agenzia «lacunose» e tali da non consentire una valutazione sull'adeguatezza delle misure di controllo proposte dal gestore. Inoltre Arpa Lazio ritiene che non sia possibile definire idonee modalità di monitoraggio e controllo dell'impianto e delle sue emissioni nell'ambiente, necessarie a soddisfare i requisiti previsti dalla normativa
ambientale.
Non solo ma le analisi sui reflui in uscita dall'impianto e scaricati nel fiume Rio Pioppeto hanno rilevato elevate concentrazioni di Bod, Cod, Azoto Totale, Alluminio, Boro, Ferro e Zinco (quest'ultimo risulta tra le sostanza pericolose individuate nel Codice dell'Ambiente).
Per i fatti evidenziati il Gip del Tribunale di Cassino ha disposto il sequestro dell'impianto di depurazione. Le
modalità di sequestro dell'impianto sono state attuate dalla Polizia giudiziaria in modo da evitare disagi per gli
agglomerati urbani che scaricano i propri reflui nel depuratore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA