Infermiere si dimette, ma per mesi continua a prendere lo stipendio: la Asl di Frosinone ora vuole i soldi indietro

Infermiere si dimette, ma per mesi continua a prendere lo stipendio: la Asl di Frosinone ora vuole i soldi indietro
di Pierfederico Pernarella
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Domenica 5 Aprile 2020, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 22:58
Si dimette, ma per alcuni mesi chi di dovere non se ne accorge e continua a ricevere lo stipendio. Ora l'azienda sanitaria rivuole i soldi indietro.

La Asl di Frosinone, per fronteggiare l'emergenza coronavirus, ha messo in mostra una macchina burocratica dalla precisione svizzera. Assunzioni, attivazioni di reparti, acquisti di apparecchiature in tempi record.

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La storia che stiamo per raccontare, invece, ci riporta ai tempi del prima epidemia, quando le cose potevano funzionare un po' così. Diciamolo pure, all'acqua di rose. La storia racconta di un infermiere, assunto con un contratto a tempo determinato della durata di un anno, che decide di interrompere anticipatamente il suo rapporto di lavoro con l'azienda sanitaria.

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Quindi il 29 novembre dello scorso anno invia, attraverso posta certificata, le proprie dimissioni volontarie con decorrenza 16 dicembre. La mail non viene ricevuta, ma nessuno la legge, o se qualcuno la legge è come se non l'avesse fatto perché nella sostanza non cambia nulla: all'infermiere, pur non recandosi al lavoro, continua ad arrivare regolarmente lo stipendio. Il primo mezzo mese (dicembre). Pure il secondo (gennaio). E perché no, anche il terzo (febbraio).



E chissà quanto ancora la Asl, visto anche il sopraggiungersi dell'emergenza sanitaria, avrebbe continuato a pagare le spettanze se non fosse stato lo stesso beneficiario della regalìa, l'infermiere, a mettere a conoscenza l'Asl dell'inghippo con un'altra mail inviata per posta certificata lo scorso 9 marzo.

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Fatto sta che le dimissioni inviate quando correva il 29 novembre 2019 vengono acquisite dall'azienda sanitaria di Frosinone solo lo scorso 10 marzo. A “causa di un disguido interno”, si giustifica la Asl nella determinazione, nella migliore tradizione del burocratese. Disguido che però è costato 4.706 e 67 centesimi euro di stipendi «corrisposti indebitamente», come scrive il responsabile del personale. Soldi che ora l'azienda sanitaria rivuole indietro e ha intimato all'infermiere di restituire.
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