Coronavirus, Fca Cassino e indotto chiedono cassa integrazione: interessati 14mila lavoratori

Coronavirus, Fca Cassino e indotto chiedono cassa integrazione: interessati 14mila lavoratori
di Domenico Tortolano
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Venerdì 20 Marzo 2020, 11:22 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 17:58

L'emergenza coronavirus sta mettendo in crisi tutti i settori produttivi del Paese tanto che Fiat Chrysler, per salvaguardare la salute dei propri dipendenti, ha deciso di utilizzare in pieno i provvedimenti previsti dal decreto governativo Cura Italia. E quindi di ricorrere alla cassa integrazione in deroga per 9 settimane, dal 12 marzo al 13 maggio.

La richiesta è stata presentata alla Regione Lazio, competente per lo stabilimento Fca di Cassino. Avvertendo, però, se in questo periodo le condizioni epidemiologiche e di mercato miglioreranno può avvenire la ripresa dell'attività lavorativa, a partire dal 6 aprile, o in altra data da stabilire, con una produzione normale o ridotta a seconda del fabbisogno.
È quanto concordato ieri tra aziende e sindacati, Cgil Fiom, Fim Cisl, Uilm, Fismic e Ugl.

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LE ESIGENZE LAVORATIVE
La Fca, da parte sua, precisa che «la Cassa Integrazione è stata chiesta (ma non si conosce ancora l'esito della richiesta) alla luce del decreto Cura Italia. Ed è stata chiesta per tutti i lavoratori (come è prassi) in modo che, a seconda delle esigenze lavorative, si utilizzerà per questo o per quel reparto. Ma una cosa è certa: lo stabilimento non chiuderà affatto, anzi continuerà la produzione, seppur a ranghi ridotti».
I motori sono spenti ma l'azienda precisa che potrebbero essere riaccesi in tutte le officine o in alcune come nel reparto presse dove si lavora anche per la Sevel di Val Di Sangro, il più grande stabilimento europeo per la produzione di furgoni.
I segretari di Fim Cisl Mirko Marsella e di Uilm Francesco Giangrande concordano: «Fabbrica chiusa per cig in deroga ma può riaprire in qualsiasi momento, a seconda dell'andamento del virus. In questo momento ci interessa solo la salute dei lavoratori».

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E in una nota i sindacati precisano: «I risvolti economici senza precedenti non sono ad oggi prevedibili, per questo siamo impegnati oltre che al contenimento del diffondersi del virus, anche nell'impedire che i lavoratori subiscano conseguenze occupazionali e salariali. Per queste ragioni in questi giorni abbiamo chiesto e ottenuto la cassa speciale ma sono necessari ulteriori ed efficaci interventi da parte dello Stato e delle autorità europee per sostenere lo sforzo dei lavoratori».

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Anche tutte le aziende dell'indotto Fca chiederanno la cassa integrazione in deroga per 9 settimane. Tra la fabbrica torinese e l'indotto sono interessati circa 14 mila lavoratori. Alla Skf di Cassino (cuscinetti a sfera) si lavora con meno personale e con produzione ridotta.

INVESTIMENTI SULL'ELETTRICO
Intanto Fca pensa anche al futuro, del dopo coronavirus. Perciò ha sottoscritto con la Banca Europea degli Investimenti un finanziamento quinquennale da 300 milioni di euro, destinato a sostenere progetti di investimento nel campo della mobilità elettrica per il periodo 2019-2021. In particolare, i nuovi fondi saranno utilizzati per l' installazione di linee di assemblaggio per veicoli elettrici plug-in hybrid nello stabilimento di Melfi, e per la produzione di veicoli elettrici a batteria presso lo stabilimento torinese di Mirafiori. Nel sito produttivo di Cassino nascerà con la motorizzazione ibrida il Suv Levantino Maserati. L'ibridazione è prevista per il Suv Stelvio e l'Alfa Giulia. Le nuove vetture con la nuova motorizzazione sono previste per la fine dell'anno mentre il Suv Maserati nel primo semestre del 2021. Prove ed allestimenti inizieranno dopo l'estate.

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