Carnevale, ex vice sindaco condannata a risarcire il Comune. Il danno? Aver fatto mangiare le persone

Carnevale, ex vice sindaco condannata a risarcire il Comune. Il danno? Aver fatto mangiare le persone
di Alberto Simone
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Giovedì 8 Giugno 2023, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 08:27

Condannata per aver fatto mangiare le persone. Con la sentenza 357/2023 i giudici della Corte dei Conti presieduta da Tommaso Miele hanno condannato l'ex vice sindaco di Pontecorvo Moira Rotondo: dovrà restituire alle casse del comune della città fluviale 2.700 euro più iva. I fatti risalgono a sette anni fa, e più precisamente all'edizione 2016 del carnevale pontecorvese. L'anno successivo, nel 2017, alcuni consiglieri dell'allora opposizione consiliare presentarono un esposto proprio in merito ad alcune spese sostenute dal Comune, denunciando un presunto danno erariale per le casse dell'Ente. A finire a giudizio sono stati solo in due: il vice sindaco Moira Rotondo, che deteneva anche la delega all'organizzazione del Carnevale e il responsabile del procedimento che ha dato l'ok alle spese che ci sono state in quell'edizione. Il responsabile tecnico del procedimento, difeso dall'avvocato Attilio Turchetta, pur essendo stato citato in giudizio è stato assolto.

LA CONTESTAZIONE

L'unica a pagare sarà quindi l'ex vice sindaco. Nella sostanza dei fatti, a Moira Rotondo viene contestato di aver speso soldi dell'Ente comunale per aver provveduto ad organizzare gli stand gastronomici. Ovvero? Nel progetto presentato alla Regione Lazio erano contemplate solo spese attinenti l'organizzazione dell'evento come quelle di cancelleria e stampati, mentre nella richiesta di rimborso, invece, sono state inserite spese di beni per la somministrazioni di generi alimentari e bevande, tra cui il noleggio di 1 forno a legna, 2 piastre a gas, 1 cappa aspirafumi, 3 vetrine frigo, 1 armadio frigo, 80 tavoli, 1 banco bar, 5 Gazebo 5x5, 4 Gazebo 3x3, 2 fornelloni alti, 1 cuocipasta da 80 litri per un totale di euro 19.568,80. Questa è stata la prima richiesta di rimborso, che poi si è calata a circa 3.000 euro.

LA REPLICA

L'ex vice sindaco, assistita dall'avvocato Pasquale Cristiano, a caldo, appena appresa la notizia della condanna ha commentato «Tutta questa vicenda ha del surreale ma le sentenze vanno rispettate a prescindere, anche quando non sono favorevoli». Moira Rotondo ha poi voluto per togliersi qualche sassolino dalle scarpe: «In questi anni ho imparato a difendermi da ogni tipo di accusa, compreso un peculato di 40 euro dal quale sono stata prosciolta perché il fatto non sussisteva. Ma per arrivare al proscioglimento ci sono voluti due anni e svariate migliaia di euro di avvocati. Ho anche vinto una causa per diffamazione, aspetto ancora che il Comune mi rimborsi i 1500 euro di spese legali sostenute, dovrei detrarli dai 2700 euro». Infine, ha argomentato: «Sui lati ancora da chiarire si esprimeranno i giudici d'appello. Ci sono poche luci e tante ombre».
Alberto Simone
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