A processo per violenza sessuale per aver palpeggiato le compagne di classe, assolti due quindicenni

A processo per violenza sessuale per aver palpeggiato le compagne di classe, assolti due quindicenni
di Vincenzo Caramadre
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Sabato 30 Gennaio 2021, 07:00

Sono finiti a processo perché accusati di aver palpeggiato tre compagne di classe, ma il gesto è stato ricondotto a un approccio sessualmente scomposto o se si vuole, per andare oltre le definizioni giuridiche, una ragazzata. Un gesto goliardico e isolato, per il quale i ragazzi hanno chiesto scusa alle loro compagne. Per questo, riconosciuta la tenuità del fatto, sono stati prosciolti.

La vicenda si è conclusa in questi giorni al Tribunale dei minori di Roma davanti al quale, con il giudizio immediato, erano finiti due 15enni del cassinate, imputati di violenza sessuale aggravata (perché una delle ragazze aveva meno di 14 anni e perché il fatto era riconducibile in un aula didattica). Rischiavano da 6 a 12 anni. La vicenda ha avuto inizio lo scorso mese di maggio, quando tre ragazzine raccontano di essere state palpeggiate in classe, durante l’intervallo o il cambio d’ora, da due compagni.

Le ragazze vengono ascoltate dalle forze dell’ordine e la Procura di Cassino invia gli atti al Tribunale dei minori. C’è stata un’intensa istruttoria con l’acquisizione di testimonianza e particolari per arrivare a capire ogni aspetto.

Una vicenda delicata con epicentro un istituto scolastico cassinate, che, in questi mesi, nell’interesse di tutti i minori, ha fatto rete, fino all’esito del processo. Proprio nel corso del processo la difesa degli imputati, rappresentata dall’avvocato Sarah Grieco e dallo studio Cifalitti, ha sostenuto la tesi “dei fatti isolati” riconducibili più «ad un approccio maldestro all’altro sesso» da parte di giovanissimi «che alla volontà di esercitare una violenza vera e propria contro le compagne di classe».

Ad aiutare la posizione dei ragazzi, a quanto pare, è stata la buona volontà dei familiari delle ragazze che hanno accettato le scuse formulate dai giovanissimi tramite del suo avvocato. Non da ultimo il ruolo della scuola, che in un primo momento era stata costretta a trasmettere gli atti alla Procura per dovere d’ufficio, ma che ha contribuito al buon esito del processo nell’interesse dei ragazzi.

Tramite una docente l’istituto scolastico ha evidenziato che i giovani sono integrati e si impegnano nel proprio percorso scolastico. Istituzioni e famiglie, sollecitate dal difensore, dunque hanno fatto rete. Il Tribunale dei minori ha prosciolto i ragazzi per il fatto è di lieve entità, nonostante la gravità delle accuse.

«Sono estremamente soddisfatta», ha dichiarato l’avvocato Grieco. «Si tratta - ha aggiunto - di un lieto fine. Una condanna avrebbe segnato inesorabilmente la vita del mio assistito che, invece, ha capito l’errore e acquistato una nuova consapevolezza, anche nei confronti delle proprie compagne di classe. Voglio ringraziare, oltre la docente che è stata di grande aiuto, proprio queste ragazze. Hanno dimostrato, assieme alle proprie famiglie, una grande maturità e umanità».

Ora i ragazzi continuano a frequentare lo stesso istituto e la stessa classe con la consapevolezza che le ragazze vanno rispettate e che, a volte, anche gesti goliardici possono procurare tanti problemi.

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