Alessandro Orsini

Cosa vuole Mosca/ L’accordo segreto che può evitare il conflitto

di Alessandro Orsini
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Lunedì 21 Febbraio 2022, 00:48 - Ultimo aggiornamento: 00:59

Il mondo che assiste all’escalation bellica è confuso. Le notizie dal fronte ucraino sono contraddittorie e creano disorientamento. Secondo alcuni, Putin ha avviato il ritiro delle truppe dal confine dando inizio a una de-escalation. Secondo altri, la Casa Bianca su tutti, Putin ha ammassato nuove truppe e costruito ospedali da campo per ospitare i suoi futuri feriti di guerra. Biden afferma che Putin sta per attaccare l’Ucraina, mentre Putin afferma di non avere alcuna intenzione di condurre un’invasione. 

È chiaro che siamo in mezzo a una guerra della comunicazione. Come possiamo difenderci? A chi dobbiamo credere? Il modo migliore per conservare la nostra autonomia di giudizio è quello di distaccarci dalla comunicazione politica e andare alla sostanza del problema. La sostanza è che Putin non può consentire alla Nato di entrare in Ucraina nemmeno tra dieci anni. Ciò chiarito, il criterio per orientarsi nella confusione è alla portata di tutti: se la Nato avanza in Ucraina, anche soltanto con le intenzioni, le probabilità di un’invasione russa diventano altissime. La storia militare delle grandi potenze non lascia dubbi a riguardo. Questa regolarità trova talmente tante conferme che potrebbe essere addirittura formulata con un linguaggio scientifico. Potremmo, infatti, dire che tra la penetrazione di un esercito nemico ai confini di una grande potenza e lo scatenamento di una guerra da parte di quest’ultima esiste un rapporto direttamente proporzionale.

Più aumenta la prima, più aumenta la probabilità della seconda. In sintesi, la diplomazia può rilasciare ogni tipo di dichiarazione, ma, se la Nato non starà lontana dall’Ucraina, è pressoché inimmaginabile che Putin stia a guardare: questo stabiliscono le leggi inesorabili della storia delle grandi potenze. Così, ad esempio, il cancelliere tedesco Olaf Scholz può dire che “l’ingresso dell’Ucraina nella Nato non è in agenda”, ma questa affermazione non è sufficiente a determinare il ritiro dei russi. È necessario che la diplomazia occidentale stringa un patto con Putin. Questo crea il dilemma in cui la diplomazia europea si dibatte in queste ore e che i viaggi di Mario Draghi e di Luigi Di Maio in Russia non possono risolvere.

Da una parte, l’Unione Europea sa che Putin attaccherà senza la garanzia richiesta; dall’altra, sa che i Paesi della Nato, e quindi anche gli Stati Uniti, non possono offrire una super concessione a Putin che rappresenterebbe una capitolazione completa. Quale strada rimane? È ancora la storia a darci la risposta che cerchiamo: l’unica strada possibile è quella dell’accordo segreto. 

Il 27 ottobre 1962, Kennedy si accordò segretamente con Kruscev. La Russia si impegnò a ritirare i suoi missili da Cuba e gli Stati Uniti si impegnarono a rimuovere i propri missili “Jupiter” dalla Turchia. Kennedy disse a Kruscev che, se la stampa libera avesse scoperto il loro accordo segreto, avrebbe negato ogni intesa con i russi. Perché mentire? Per nascondere di avere minimizzato la sicurezza degli europei per massimizzare quella degli americani. Per difenderci dalla guerra della comunicazione, dobbiamo sapere che Putin non mollerà la presa sull’Ucraina senza avere le pesanti garanzie che pretende. Qualunque ottimismo, basato sulla carità cristiana di Putin o sull’idea che tema le sanzioni, non ha alcun senso perché Putin teme un’invasione della Russia, come quella condotta da Napoleone e da Hitler, più delle sanzioni. Senza conoscere la storia, siamo condannati a non capire niente di ciò che accade in Ucraina.

Concludendo, se Putin ritirasse 150 mila soldati all’improvviso, la sua condotta sarebbe totalmente priva di senso e non potrebbe che avere una motivazione segreta. Putin potrebbe ritirarsi senza una contropartita ufficiale soltanto stringendo un’intesa segreta con Biden, che gli storici tirerebbero fuori, probabilmente, tra qualche decennio. Tuttavia, la strada dell’intesa segreta non è affatto agevole perché dovrebbe essere capitanata dagli Stati Uniti, che si trovano in una condizione del tutto diversa da quella dell’ottobre 1962. In quel tempo, gli Stati Uniti rischiavano un attacco nucleare sul territorio nazionale. Oggi non rischiano niente di simile. Una guerra in Ucraina sarebbe un problema per il suolo europeo; non per quello americano. Dunque, Biden ha un interesse piuttosto debole a un’intesa segreta con Putin, mentre l’Unione Europea non è abbastanza forte per imporla a Biden.

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