Nulla di fatto sul salario minimo, almeno per ora. Se le notti d’inizio agosto sono colme di stelle e desideri, le sue giornate invece sembrano riempirsi di rimpianti, rinvii e tatticismi. Che per il governo il salario minimo non fosse la soluzione ottimale, era chiaro da tempo; il sospetto, al contrario, è che, per almeno una parte delle opposizioni, il tema si stia riducendo a una bandiera, da sventolare a favore di elettorato ma con poca attenzione al suo vero significato. Perché lo strumento (il salario minimo) non può confondersi con l’obiettivo, che è invece quello di contrastare il lavoro povero. La scelta del termine non è causale: per quanto argomento indigesto alla classe politica, che tutto sogna di poter controllare, un intervento legislativo può provare a indirizzare gli equilibri economici ma non può certo stabilirli. Chi sperasse in interventi risolutivi di una semplice legge, in campo economico, sarebbe o ingenuo o in malafede. Non si spiega quindi altrimenti il nervosismo per la proposta di Giorgia Meloni che, prendendo tempo, non ha comunque chiuso le porte a nessuna proposta. Bisogna mettersi d’accordo: se la questione è semplicemente importante, non può certo risolversi con la fretta. Se invece la questione è soprattutto urgente, allora non si può aspettare di essere all’opposizione per farla diventare tale. Tra le due alternative, l’importanza è l’aspetto principale. E quindi un tempo adeguato a risolverla deve essere il primo ingrediente della ricetta.
In questi sessanta giorni, che possono diventare anche qualcuno in più se l’orizzonte fosse davvero quello della Legge di bilancio 2024, ci sarebbe per esempio tutto il tempo per rispondere ad alcune domande. La prima: su chi graverebbero i costi del salario minimo? Sulle imprese o sulle casse dello Stato? Nel primo caso, aumentando i costi aziendali, ci si potrebbero aspettare conseguenze (negative) sul livello occupazionale: esistono stime di questo effetto nella proposta delle opposizioni? Nel secondo caso, invece, andrebbero quantificate le coperture e soprattutto le fonti di tali coperture.