Angelo De Mattia
​Angelo De Mattia

Percorsi di pace/ La missione (possibile) dei 7 Grandi in Puglia

di ​Angelo De Mattia
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Lunedì 8 Gennaio 2024, 01:01

Potrà il G7 con la presidenza italiana segnare una svolta nella capacità di decidere finora tradottasi quasi sempre in comunicati finali dei meetings di buone e generiche intenzioni? In sostanza, queste riunioni si sono concluse (solo) con scambi di informazioni e manifestazioni di aspirazioni, quando non sono state contrassegnate da incidenti a volte gravi e da manifestazioni di protesta e contestazione da parte di specifici movimenti. Paradossalmente la situazione internazionale geopolitica, con le estreme difficoltà dovute, innanzitutto, alle due guerre in corso e ai loro riflessi, potrebbe essere motivo per un G7 che adotti misure altrettanto straordinarie, impegnative ed efficaci, in particolare nelle riunioni dei Capi di Stato e di Governo, centrale essendo quella che si terrà in Puglia dal 13 al 15 giugno prossimo.


Certo, bisogna mettere in conto che questo è l’anno in cui 4 miliardi circa di persone sono chiamate al voto per diversificate elezioni e che quindi la situazione dei singoli Paesi sarà il primo pensiero per le forze politiche. Ma, per l’Italia, che sarà impegnata nelle votazioni per le europee, si richiede la capacità di collegare gli interessi nazionali con quelli europei nel quadro di una visione internazionale che si spera si caratterizzi per la concretezza di temi che affronterà il G7. Da tempo quest’ultima formula, che coinvolge una parte consistente dei Sette grandi del mondo, è stata considerata meno importante del G20 che annovera la presenza di diversi e non certo secondari Paesi, come la Cina. È un G20 che a poco a poco ha assunto la primazia nei “gruppi” internazionali anche se con limiti nell’effettiva decisionalità. Per il citato contesto in cui si svolge, ma non solo, il G7 di quest’anno è chiamato a un rilancio del proprio ruolo e a una visione che sia di apertura nei confronti dei temi più propri del G20. I programmi che saranno affrontati non potranno non muovere dalla riaffermazione del diritto internazionale e di quello umanitario, ampiamente violati dai conflitti in corso, e non potranno trascurare il connesso ruolo delle maggiori istituzioni globali, a partire da quelle economiche e finanziarie, Fondo monetario internazionale, Banca mondiale, Financial stability board, Organizzazione mondiale del commercio.


Poi non potranno non essere centrali gli argomenti, come si sta predisponendo nelle “agende”, delle migrazioni, delle transizioni ambientale, digitale, ed energetica in atto, dei rapporti commerciali e finanziari tra le differenti aree del mondo, del superamento del mercantilismo a volte risorgente, del modo in cui il futuro di diverse regioni - si pensi al Mediterraneo e ai Paesi che vi si affacciano e, da un altro versante, ai Balcani - si inquadra in un diverso contesto internazionale. È anche il volto dell’Unione che dovrebbe manifestarsi in questa importante tornata. È una sfida pure per l’Europa. Certamente, le aspettative devono essere realistiche, per non provocare poi disillusioni. E ciò che sarebbe necessario, l’avvio di un riconcepimento delle relazioni tra i popoli, uno “ius gentium” all’altezza delle diverse facce della globalizzazione e dell’incipiente diffusione dell’intelligenza artificiale, non sarebbe di certo un’impresa facile. Si ricordi solo ciò che avvenne con il G20 del 2009 quando si aprì un discorso su di una nuova regolamentazione delle attività economiche e finanziarie a livello internazionale - il “global legal standard” - e sui beni pubblici globali, che poi purtroppo non ha avuto alcun seguito. Tuttavia, porre almeno delle concrete premesse in questo campo sarebbe già importante. E promuovere iniziative per la pace, in relazione alle condizioni dei conflitti, sarebbe un risultato straordinario. Non perché italiana è la Presidenza si attendono, insomma, concretezza e chiarezza da quelli che un tempo venivano chiamati come i “Grandi della terra”, ma perché lo impongono le condizioni globali e la ragion d’essere di tali gruppi.
 

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