Statali, liquidazione Tfs in ritardo. Nuovo stop dalla Ragioneria di Stato: «Anticiparlo costa troppo»

Giovedì 21 Marzo 2024, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 09:41

La sentenza

Ed in effetti a chiedere al governo e al Parlamento di intervenire sui ritardi di pagamento del Tfs era stata qualche mese fa la Consulta. I giudici supremi avevano pesantemente censurato le norme che permettono di ritardare il pagamento della liquidazione ai dipendenti dello Stato. Oggi il versamento della liquidazione arriva dopo un anno e a rate. La prima può coprire al massimo 50 mila euro, la seconda, dopo altri dodici mesi, fino ad un massimo di 100 mila euro e la terza, dopo ancora un anno, per la parte restante. I tempi però, si allungano ancora se il dipendente lascia il lavoro con uno scivolo pensionistico come Quota 100, Quota 102 o Quota 103 e, dunque, il ritardo può arrivate anche a cinque anni. Un differimento per il quale, tra le altre cose, lo Stato non riconosce interessi. L’Inps, nella sua relazione tecnica depositata in Commissione lavoro, ha spiegato che l’importo medio lordo dei cessati per vecchiaia o limiti di servizio è di 82.400 euro, quello per dimissioni è di 74.100 mentre quello per decesso, inabilità è di 66.800. L’importo medio lordo delle cessazioni per fine incarico (tipicamente Tfr per fine impiego dei supplenti della scuola) è pari a 1.800 euro. Nella loro sentenza, pronunciata dopo un ricorso del sindacato Confsal-Unsa, i giudici della Consulta, hanno spiegato che il differimento della corresponsione della «liquidazione», ovvero del trattamento di fine servizio ai dipendenti pubblici che cessano l’impiego per aver raggiunto il limite di età, è incompatibile con la Costituzione e il suo principio di giusta retribuzione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA