Cos'è il nuovo "bonus Maroni"
Il nuovo incentivo prevede che il datore di lavoro versi in busta paga, invece che all’Inps, i contributi previdenziali a carico del dipendente. Piccolo sacrificio: quest’ultimo quando deciderà di andare in pensione riceverà un assegno previdenziale un po’ meno generoso. Per quanto riguarda i tempi di erogazione dei pagamenti, l’Inps ha precisato che «i lavoratori che hanno presentato la domanda di rinuncia dell’accredito contributivo entro il 31 luglio, avendo perfezionato i requisiti di accesso alla pensione anticipata flessibile entro tale data, hanno facoltà di chiedere che la rinuncia produca effetto a decorrere dalla prima decorrenza utile di Quota 103».
Il bonus interessa circa 45mila lavoratori. Tanti sarebbero quelli che finora avrebbero deciso di continuare a svolgere l’attività lavorativa pur avendo i requisiti per andare in pensione con Quota 103. Lo scivolo, stando all’ultimo rapporto dell’Inps, ha totalizzato quest’anno poco più di 5mila uscite, a fronte di una platea di potenziali beneficiari di quasi 50mila persone.
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