József Váradi (ceo Wizz Air): «Nuove rotte con biglietti da 20 euro. Ryanair? Alcune compagnie hanno il monopolio»

Il ceo di Wizza Air, intervistato da Il Messaggero, rilancia le politiche della compagnia aerea low cost, rivendicando i prezzi più bassi sul mercato italiano. E sugli algoritmi la compagnia spiega di usare solo i dati di navigazione, non alzando i costi dei biglietti

Il ceo di Wizz Air József Váradi presenta sei nuove rotte dall'Italia nel 2024
di Giacomo Andreoli
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Domenica 8 Ottobre 2023, 12:44 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 16:09

«Il governo ha fatto bene ad eliminare il tetto ai prezzi per Sardegna e Sicilia, ma noi non abbiamo problemi di prezzi troppo alti, né di troppi incentivi da parte degli aeroporti. Alcune compagnie in Italia possono trarre beneficio dalla loro posizione di monopolio». József Váradi, ad della low cost Wizz Air, commenta così a Il Messaggero l'approvazione del decreto Asset, con la stretta dell'esecutivo per provare a frenare il caro-voli, e le polemiche degli ultimi mesi con la compagnia irlandese, la prima competitor del vettore irlandese. Quando agli algoritmi Wizz Air fa sapere che quello che utilizza «non intacca o utilizza mai i dati più sensibili e in nessun modo può influire sulla variazione del costo di un biglietto, ma solo i dati di navigazione per migliorare il servizio, a differenza di quanto potrebbero fare altri».

La compagnia ha da poco annunciato sei nuove rotte in Italia nella stagione primavera-estate 2024, con biglietti a partire da 20 euro (senza bagaglio a mano): da Roma-Fiumicino a Berlino, Amburgo, Alicante e Copenaghen; da Milano-Malpensa a Parigi Beauvais e Tenerife. In campo c'è un investimento da 400 milioni di euro nel Paese, che si tradurrà anche in un potenziamento della flotta di aeromobili, con l’aggiunta di quattro nuovi Airbus A321neo tra marzo e luglio del prossimo anno.

Váradi è uno dei manager ungheresi più conosciuti a livello internazionale. Ha lavorato per Procter & Gamble per dieci anni, dal 1991 al 2001, come direttore vendite per l'Europa centrale e orientale. Poi è stato ceo di Malév Hungarian Airlines dal 2001 al 2003, prima di co-fondare Wizz Air e di diventarne amministratore delegato nel 2003. Sotto la sua guida la compagnia low cost è diventata una delle più economiche e rapide in Europa, anche se non sono mancate le polemiche di vari passeggeri per i ritardi o i voli cancellati, in alcuni casi dovuti anche a problemi ai motori.

Váradi, avete annunciato nuove rotte a prezzi contenuti. Continuerete ad abbassarli in futuro? E come risponde a chi dice che avete alcuni problemi di organizzazione?

«Siamo una compagnia economica per i clienti e molto funzionante: abbiamo la migliore tecnologia degli aeroplani sul mercato, oltre a un impatto limitatissimo sull'ambiente, come pochi altri possono rivendicare.

Abbiamo la flotta e gli aerei più efficienti e lo dimostrano i nostri numeri. Per questo siamo molto attrattivi per i consumatori e il nostro business ha tutte le basi per continuare a crescere molto. Abbiamo i prezzi più bassi per kilometri coperti dalle nostre tratte e continueremo ad offrire biglietti molto vantaggiosi a chi ci sceglie».

Il governo ha appena approvato una stretta contro il caro-voli. È saltato il tetto massimo ai prezzi per Sardegna e Sicilia, ma sono stati dati più poteri all'Antitrust per impedire eventuali posizioni di monopolio e pratiche commerciali scorrette, tra cui l'uso di algoritmi per cambiare i prezzi ad hoc. Come giudica questi provvedimenti e cosa pensa delle polemiche alimentate da Ryanair?

«Penso che sia sempre sbagliato che i governi provino a imporre dei prezzi, che siano minimi o massimi. Bene che il tetto sia stato eliminato. I governi dovrebbero incoraggiare la competitività sul mercato e solo il mercato dovrebbe fissare i prezzi. Penso che questa sia il concetto principale per il mercato libero. In ogni caso quello dei prezzi troppo alti non è un nostro problema: altre compagnie potrebbero trarre beneficio dalla loro posizione di monopolio di fatto per imporre prezzi elevati».

Sempre nel decreto Asset c'è l’obbligo per i gestori aeroportuali di pubblicare i sussidi e gli sconti concessi alle compagnie aeree. Secondo l'Autorità di Regolazione dei Trasporti sono oltre 300 milioni all'anno, di cui i due terzi vanno a Ryanair. Voi quanti soldi ricevete?

«Innanzitutto le dico che noi operiamo molto da e per l'aeroporto di Fiumicino, che è uno degli aeroporti più trasparenti che io conosca. A Roma tra l'altro nel 2024 apriremo un training center che avrà lo stesso impianto di quello di Budapest. Lavoriamo anche a Malpensa, che è trasparente in modo simile. In ogni caso noi non paghiamo meno in Italia rispetto ad altri aeroporti regionali in giro per l'Europa. C'è un modo diverso di far pagare i vari servizi, in particolare per alcuni sconti, ma se si comparano i prezzi per volare in Italia con gli altri Paesi non cambia molto».

Operazione Ita-Lufthansa, in Europa sono spuntate critiche per una presunta violazione delle regole antitrust, chiedendo l'intervento della Commissione Ue. Tra i più critici di un'eventuale "fusione" c'è Ryanair. Cosa pensa di questa operazione e quale impatto potrà avere sul vostro business?

«Non è il mio mestiere entrare in operazioni del genere o in valutazioni su queste operazioni da parte della Commissione europea. Il mio compito è vedere e valutare l'impatto di un'operazione così sul mercato e chiaramente c'è una questione all'aeroporto di Linate a Milano, dove ci sarebbe una sovra-concentrazione di slot di voli se Ita e Lufthansa si fondono. Sarebbe una prospettiva inaccettabile e bisogna rimediare: almeno un 20% degli slot, o forse qualcosa in più, andrebbero riallocati tra le varie compagnie».

Il governo vi ha rassicurato su questo ai tavoli sul caro-voli: la riallocazione vi hanno detto che ci sarà.

«Ma quando sarà il momento dovranno farlo».

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