La protesta dei vigili del Fuoco: «Vogliamo gli stessi stipendi degli altri corpi di polizia»

La manifestazione a Montecitorio
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Mercoledì 20 Novembre 2019, 13:04
I Vigili del Fuoco scendono in piazza. In uniforme, come quando prestano servizio, si sono radunati per la seconda giornata di mobilitazione che si è svolta ieri a Montecitorio. Chiedono 230 milioni da inserire nella legge di Bilancio per avere più risorse e diritti. Tre i punti principali che rivendicano. Il primo è l’aumento di stipendio: è il Corpo meno pagato in Italia, mediamente prendono 300 euro in meno rispetto a un poliziotto e ben 500 euro in meno rispetto a un Vigile del Fuoco degli altri Paesi europei. Il contratto dei pompieri, inoltre, è scaduto ed è da un anno che aspettano il rinnovo.  La seconda richiesta riguarda l’assicurazione Inail. I 34 mila Vigili del Fuoco del nostro Paese non godono della copertura assicurativa e se hanno un infortunio su lavoro, le spese rischiano di essere a loro carico. Se un pompiere si fa male mentre lavora, deve dimostrarlo presso un ospedale militare che deciderà quanto deve essere il rimborso per le spese sanitarie affrontate. Se avessero la copertura assicurativa dell’Inail, sarebbero più tutelati. Il terzo punto, infine, è relativo alle nuove assunzioni: per raggiungere una dotazione organica necessaria servono almeno 40 mila unità. 

Il 21 novembre ci sarà una giornata di sciopero nazionale dei Vigili del Fuoco, non succedeva da quindici anni. Pompeo Mannone segretario generale della Fns Cisl spiega che «Ogni dieci giorni faremo uno sciopero finché non si completa l’iter della legge di Bilancio». Al momento dal governo è stato assicurato che verranno stanziati nella manovra 75 milioni per dare più risorse per poi arrivare a 230 milioni nell’arco del triennio. Ma non è sufficiente per il Corpo che è sempre in prima linea nelle emergenze. «I 230 milioni servono subito», afferma Mannone e aggiunge che «la prova del nove sarà quando il provvedimento verrà approvato in Parlamento». Fino a quel giorno continueranno le mobilitazioni e i sit-in. Quella di ieri, inoltre, non è stata la prima mobilitazione organizzata dai sindacati. Il 15 novembre si è svolta un’altra manifestazione nazionale, la prima di quella che potrebbe essere una lunga serie. Un altro nodo da sciogliere riguarda, infine, l’adeguamento delle pensioni. «L’aspettativa di vita di un vigile del Fuoco è più bassa rispetto a quella di un qualsiasi altro funzionario di un Corpo di Stato, per questo chiediamo una risposta peculiare specifica», sottolinea Pompeo Mannone. Rrivendicano quindi lo stesso trattamento previdenziale dei Corpi di polizia. «Riteniamo che il nostro lavoro sia più a rischio rispetto degli altri lavori della sicurezza», conclude Mannone.
 
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