Crescita, la Ue riduce le stime: la frenata tedesca pesa su tutta Europa. Italia: +0,8% nel 2024

Berlino in recessione trascina giù anche la manifattura italiana. Quest’anno inflazione più bassa, Gentiloni: «Fiducia nel Paese»

Crescita, la Ue riduce le stime: la frenata tedesca pesa su tutta Europa. Italia: +0,8% nel 2024
di Gabriele Rosana
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Lunedì 11 Settembre 2023, 23:43 - Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 10:46

L’Europa «perde slancio», frenata dalla battuta d’arresto dell’economia tedesca, e per l’Italia è una doccia fredda che condanna la crescita del nostro Paese nel 2023 al di sotto della soglia psicologica dell’1% a cui guardava il governo. Secondo il responso delle previsioni economiche d’estate presentate ieri a Bruxelles dal commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni, l’aumento del Pil italiano non andrà oltre lo 0,9% nell’anno in corso (valore rivisto al ribasso rispetto alle attese di maggio, quando era all’1,2%), e scenderà ulteriormente nel 2024, a 0,8% (era 1,1% nelle previsioni di primavera). 

Ma il vero “malato d’Europa” è la Germania, unico Paese in recessione nel 2023 (-0,4%) tra le sei principali economie del continente su cui si sono concentrati nel rapporto i tecnici dell’esecutivo europeo: completano la lista Spagna (forte di un 2,2%), Francia (1%), Paesi Bassi (0,5%) e Polonia (0,5%). Nel complesso, la crescita del Pil nell’Eurozona è attesa a +0,8% nell’anno in corso (giù dall’1,1% di quattro mesi fa) e a +1,3% nel prossimo anno (era 1,6% a maggio). «L’Ue ha evitato una recessione, ma siamo comunque di fronte a un rallentamento dell’attività economica» e a incertezze elevate, in particolare dovute alla guerra russa in Ucraina, ha detto Gentiloni, difendendo comunque una certa «fiducia di fronte alle gravi crisi» fronteggiate. La fragilità dell’outlook economico non è, quindi, un problema «espressamente italiano - ha provato a rassicurare l’ex premier -, ma coinvolge diversi Paesi Ue. Ho fiducia che l’economia italiana, come mostrato in tante occasioni, possa reagire» a questo calo delle stime «in maniera positiva». Ancor più di altri, però, il nostro Paese paga le conseguenze di una Germania debole, «unica grande economia Ue ad avere una crescita negativa quest’anno. I dati tedeschi influenzano l’insieme dell’economia europea e in modo particolare l’industria italiana, l’export del nostro Paese e le catene del valore di settori che sono molto legati all’economia tedesca», ha precisato il commissario. Dopo il passo falso di quest’anno, nel 2024 per Berlino si prevede tuttavia un rimbalzo di +1,1%: «La forza dell’economia tedesca - ha spiegato Gentiloni - può consentire alla Germania di recuperare, nel breve periodo, potere d’acquisto e domanda interna, il che può essere un ulteriore elemento di fiducia per l’economia italiana».
Le previsioni al ribasso per l’Italia - ha proseguito - «sono in linea con il dato dell’Eurozona e dell’Ue», e dovute, in particolare - si legge nella scheda Paese del documento Ue - a un «calo della domanda interna», complice pure la graduale eliminazione degli incentivi del Superbonus, e a «prezzi al consumo elevati che stanno pesando più del previsto».

A ciò vanno sommate le difficoltà della manifattura che adesso si sono comunicate ai servizi - l’indice di fiducia del terziario ad agosto è stato in contrazione per la prima volta quest’anno - e agli effetti della stretta della Bce sui tassi d’interesse per domare l’inflazione «che influisce sulla crescita di tutti, ma svolge un ruolo particolare in un Paese (come l’Italia, ndr) in cui dal finanziamento delle banche dipende gran parte degli investimenti». 

Il passaggio

A proposito di carovita, ieri la Commissione ha aggiornato le stime sull’inflazione per l’Eurozona, in flessione per il 2023 al 5,6% dal precedente 5,8%, ma in rialzo tuttavia, da 2,8% a 2,9% per il 2024. Valori in linea con quelli italiani, rispettivamente 5,9% e 2,9%. Il tema di «come riuscire, in un contesto in cui l’inflazione non è ancora domata, a mantenere un livello positivo di crescita con investimenti che vanno nella direzione giusta è la sfida per la politica economica europea dei prossimi mesi», ha sintetizzato Gentiloni. Parole che tirano in ballo la riforma del Patto di stabilità, finita di nuovo ostaggio dei veti reciproci dopo che, al termine di lunghe trattative, la Commissione aveva presentato una proposta di revisione delle regole Ue sui conti pubblici ad aprile: «Un accordo va trovato entro fine anno», ha rilanciato l’ex premier italiano, anticipando l’invito che, sabato, rivolgerà ai ministri dell’Economia e delle Finanze dell’Ue riuniti a Santiago di Compostela, in Spagna, per un Ecofin informale che sonderà gli umori dei Ventisette alla ricerca di un terreno d’incontro sul futuro del Patto. 

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